La signora Ines I. è una Veneziana dalla tempra eccezionale: alle splendida età di centouno anni appena compiuti può permettersi di vivere da sola, nella sua casa dalle parti dell’Accademia, ed è ancora autosufficiente anche grazie alle cure fornite dell’Oculistica dell’Ospedale Civile.
Con il figlio e la nuora, la signora Ines, passata per la visita di controllo nel Reparto diretto dalla dottoressa Antonella Franch, ha voluto portare anche ai medici e al personale del Reparto un vassoio di prelibatezze: «La signora Ines – spiega Antonella Franch – ha voluto festeggiare anche insieme a noi le sue cento e una candeline. In questa occasione, dopo anni di frequentazione e di cure, abbiamo appreso alcuni dettagli della sua vita quotidiana, che ci rendono ancora più orgogliosi dell’assistenza che le prestiamo: ci ha detto che abita da sola, con una persona che la segue solo durante il giorno. E ci ha fatto capire quanto sia stato importante, quindi, garantirle il mantenimento di quella parte di visus che le resta, attraverso le periodiche iniezioni di cui la Signora ha bisogno e che la nostra équipe le pratica. Contrastando il decadimento della vista, permettiamo alla Signora tutte quelle attività, anche di cura personale, che continua a svolgere grazie al suo fisico e al suo spirito ancora ben presenti».
L’unico figlio della signora Ines risiede in altra città: «Veniamo a visitare la mamma ogni volta che possiamo – racconta – ma lo facciamo per l’affetto che ci lega, più che per una reale necessità, perché nei fatti la mamma vive ancora la sua quotidianità come faceva quando era meno anziana».
Di giorno una persona la aiuta in casa, ma dalla sera al mattino successivo sa ancora fare da sola tutto quanto le è necessario: «La seguiamo a distanza – spiega il figlio – utilizzando alcune delle tecnologie che oggi permettono un contatto frequente, sia in audio che in video, anche semplicemente attraverso il cellulare. Ma senza esagerare – aggiunge sorridendo – perché rischiamo sempre che ci apostrofi con un sonoro ‘Spioni!’».
La signora Ines soffre, come molti anziani, di degenerazione maculare senile neovascolare: «Si tratta di una patologia – spiega la dottoressa Franch – che colpisce la parte centrale della retina, cioè la “macula”. Provoca la perdita della visione da vicino, della capacità di leggere, di distinguere i dettagli, di riconoscere i volti delle persone con cui si parla. Si contrasta utilizzando il ranibizumab, principio attivo che va iniettato periodicamente mediante una singola iniezione nell’occhio colpito dalla malattia. Nei primi tre mesi l’iniezione viene praticata una volta al mese. In seguito il medico valuta la necessità di somministrare un altra dose, attraverso un controllo mensile: alla signora Ines abbiamo praticato in questi anni le necessarie iniezioni, e siamo giunti alla venticinquesima».
«L’Ospedale di Venezia si dimostra anche in questo caso – commenta il Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben – capace di sintonia con gli utenti, e capace di dare risposte preziose a quella fascia di cittadini anziani che è particolarmente vasta in questa città speciale. E lo fa senza chiudersi: a dare questa testimonianza di attenzione agli utenti della Città storica è proprio l’Oculistica, cioè uno dei Reparti che accoglie e cura pazienti da tutta l’Italia, noto in tutto il Paese per la competenza dei suoi specialisti».