Ad esequie avvenute arriva la notizia dell’improvvisa dipartita, avvenuta a Venezia l’8 novembre, dell’ing. Gastone Colussi, decano della famiglia Colussi, nato a Venezia il 14 agosto 1927.
Suo nonno Giacomo Colussi (del casato Maneta), nel 1840 si era trasferito a Venezia da Pianaz di Zoldo, avviando l’attività di panificatore, poi proseguita dai suoi figli che successivamente l’ampliarono trasformandola in dolciaria, sino a diventare famosa in tutto il mondo.
Gastone era un uomo energico e tenace. Fin da giovane si era mostrato cattolico fervidamente credente, amante dello studio, del lavoro, della famiglia, di Venezia e di Pianaz della Val di Zoldo, paese d’origine della famiglia. Laureatosi a pieni voti alla facoltà di Ingegneria Elettrotecnica di Padova, un settore allora decisamente innovativo, venne conteso da varie aziende e, per un periodo, svolse attività di consulenza a Milano. Spinto però dall’amore per la sua città lagunare, optò per un posto dirigenziale presso un’azienda svizzera con sede a Marghera, dove rimase in carica un trentennio, sempre stimato dai collaboratori e dipendenti. Si unì in matrimonio con una bella signora veneziana, Annamaria Molino, e dal loro matrimonio nacquero quattro figli; ma già nel 1989 doveva fare la dolorosa esperienza di perderla.
L’attenzione per la sua città, ma soprattutto il desiderio per la sua conservazione, lo avevano visto, tra le altre cose, impegnato negli anni ’90, accanto ad architetti veneziani, nel ripristino e restauro di palazzi e immobili di pregio, contribuendo di fatto alla loro salvaguardia.
Pur con tutti questi impegni, lavorativi e familiari, l’ing. Colussi riuscì a portare avanti studi e passioni culturali, quali l’arte, la storia, le scienze, l’astronomia, la fisica. Era impressionante il suo sapere, unito alla grande disponibilità a condividerlo, nella sua casa-palazzo di Pianaz, una delle più pregevoli della valle, in puro stile veneziano (ancora poco conosciuta), di cui iniziò i restauri assieme alla moglie.
Fu benefattore della comunità e si assunse la spesa del restauro di parti interne della chiesa di San Rocco di Pianaz. Gli piacevano i canti in gregoriano, le cose serie e negli ultimi anni non mancò di mostrare per la fondazione del Baliato dai Coi un’attenzione che ha dell’eccezionale, con la donazione dell’intero archivio storico della famiglia Colussi, fino all’Ottocento.