Nella sola giornata di giovedì 16 maggio sono caduti su Venezia 132 millimetri di pioggia, cioè quasi un quinto di quanta ne cade mediamente in un anno intero.
Lo attestano i dati dell’Arpav. Ma in tutta la regione si è avuta una nuova forte precipitazione, dopo quella della notte precedente.
“Possiamo dire che l’efficienza della macchina, insieme alle opere infrastrutturali, dai bacini di laminazione alle diaframmature e ai 2.500 cantieri per difesa idrogeologica, ci hanno permesso di evitare il peggio”. Così il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia.
«La situazione – prosegue Zaia – è stata davvero critica in gran parte della regione. Solo per dare un’idea ieri sera alla Protezione Civile sono arrivate 2.400 chiamate. Questa notte si è registrata la rottura arginale del Muson dei Sassi in comune di Camposampiero (PD), con la fortuna che il fiume è esondato in argine sinistro, mentre l’abitato si trova a destra. I danni sono ingenti. Dal momento che già ieri ho siglato lo Stato di emergenza, invito i cittadini che sono stati colpiti dagli eventi a recuperare foto e materiali per attestare i danni. La raccolta documentale sarà indispensabile al fine della richiesta di risarcimento. Ho sentito il direttore nazionale del dipartimento di Protezione Civile Fabrizio Curcio al quale chiederò l’accesso al fondo di solidarietà nazionale per gli eventi di Protezione Civile”.
Il Presidente ha precisato funzionamento e invaso dei bacini attivati: Montebello (riempito al 50% dell’invaso, comandato), Colombaretta (100%, innesco naturale a sfioro), Caldogno (50%, comandato), Orolo (100%, innesco naturale a sfioro), Trissino (40%, innesco naturale), Viale Diaz (40% invaso, innesco naturale), Muson dei Sassi (80%).
«Siamo di fronte ad un fenomeno eccezionale», ha sottolineato l’assessore regionale alla Protezione Civile Bottacin. «Ad esempio, ieri sera ad Asolo si sono registrati 42 mm di pioggia in mezz’ora e a Castelfranco in meno di un’ora e mezza 80 mm. In questo momento stanno passando i colmi di piena nei tratti medi e finali dei corsi d’acqua, ci sono dei problemi anche nelle zone del Sile, ma possiamo dire che il peggio è passato».