«Non si deve pensare che dare una mano agli ospiti di case di riposo o di luoghi di cura sia entrare in un’esperienza esclusivamente di dolore. Stupirà più di qualcuno sapere che l’ospizio può essere anche un luogo dove sboccia l’amore, ad esempio. Uno spazio di risate. E poi i compagni di volontariato diventano una vera famiglia. Insomma è un’esperienza che ti arricchisce, sotto tutti i punti di vista». Lo raccontava a GV, qualche anno fa, Tatiana Fava Scarpa, facendo il punto sulla sua esperienza di volontariato.
Un’esperienza ricca e lunga – iniziata nel 1984 – per la quale la città di Venezia, rappresentata in questo caso dalla Scuola Grande di San Rocco, ha voluto offrirle un riconoscimento. In occasione della festa di San Rocco, infatti, Tatiana Fava Scarpa ha ricevuto il premio intitolato al santo compatrono della città.
Il Guardian Grando Franco Posocco e il Cancelliere della Scuola, Alfredo Baroncini, le hanno offerto anche la motivazione: «La sua costante e incisiva presenza nell’ambito civile e culturale della città di Venezia – vi si legge – è sempre stata coniugata con una personale, impegnata attività nell’ambito del volontariato verso gli ammalati, gli indigenti e le persone che vivono nella marginalità. Dopo una lunga presenza nell’organizzazione della guardiania presso il Museo diocesano e le Gallerie dell’Accademia, ha dedicato il proprio tempo nell’assistere gli anziani ospiti della casa di risposo San Lorenzo. Quale componente dell’Ordine di Malta ha partecipato a numerosi pellegrinaggi (ben 46, ndr) a Lourdes, accompagnando ammalati con gravi disabilità. Sotto l’egida di Avapo, ha assistito numerosi pazienti del settore oncologico. Ella da tempo costituisce un sicuro riferimento per le persone in difficoltà, che accoglie con la simpatia di chi con loro intende vincere le asperità e gli ostacoli di una vita menomata. Con una parola gentile, lo sguardo attento e l’impegno quotidiano, ha fatto emergere i caratteri più significativi della carità e del civismo, perseguiti nei secoli secondo il messaggio di San Rocco». (G.M.)