Basilica dei Frari gremita, sabato 23 dicembre, per salutare con la preghiera Giuseppe Gianola, che a 83 anni ha concluso la sua vita terrena per iniziare la nuova vita in Cielo. Un’assemblea da grandi festività, composta da più di 300 persone, una piccola parte di coloro che durante la sua vita Giuseppe, per tutti Bepi, ha incontrato, e sulle quali ha lasciato un forte ricordo.
«Ci siamo conosciuti nel 1972 – ha ricordato p. Sergio, novantunenne frate dei Frari, che ha celebrato la Santa Messa, assieme ad altri quattro sacerdoti – e di Bepi posso dire che è sempre stato attivo nel migliorare la realtà che lo circondava agendo in prima persona, per esempio occupandosi, con estro e sollecitudine, di pranzi e cene per i gruppi parrocchiali in montagna, oppure organizzando il gruppo teatrale in Patronato con l’intento di unire tra loro le persone, trovando uno scopo comune».
Nato e cresciuto in una famiglia numerosa e vivacissima, ha trasmesso i princìpi della Fede e dell’impegno ai suoi sei figli, con Antonella conosciuta proprio ai Frari poco più che adolescenti. La famiglia, che con il tempo si è arricchita di cinque generi e 14 nipoti, era sempre al centro dei suoi pensieri, ma nella sua vita non è mai mancato il tempo per la cura nel diffondere il messaggio cristiano: da giovane nella sua parrocchia di San Giobbe come Maestro nell’Azione Cattolica e come cantore, e poi nella Parrocchia dei Frari, dove si è impegnato attivamente nel gruppo coppie, nell’esperienza teatrale con la “Compagnia Instabile dei Frari”, nel coro parrocchiale, come confratello dell’antica “Compagnia degli Agonizzanti”, e a livello diocesano con la missione dei “Gruppi d’Ascolto” ideati dal Patriarca Marco Cè, con la partecipazione costante ai ritiri spirituali al Cavallino, e, fino all’ultimo, come volontario nell’Adorazione Continua di San Cassiano.
Al termine della celebrazione, in una semplice bara chiara di abete grezzo, è stato portato a spalla da figli, cognati e nipoti, accompagnato dal suono solenne e festoso della tromba e dell’organo sulle note della “Musica sull’acqua” di Handel, che hanno reso lieve e armonioso l’ultimo saluto terreno di Giuseppe, il quale, come ultimamente sottolineava, ha ricevuto la grande fortuna di una vita lunga e piena, per la quale ogni giorno a Dio era grato.