Un “cestino” che funziona come sistema di filtraggio avanzato e utilizza la tecnologia per raccogliere i rifiuti galleggianti presenti in acqua, a ridosso dei punti di accumulo ovvero dove venti e correnti tendono a far depositare i detriti galleggianti. Questo dispositivo riesce a catturare, in particolare, rifiuti di medie e piccole dimensioni, incluse le plastiche, le microplastiche e le microfibre, contribuendo così a ridurre l’inquinamento marino.
È questo il Seabin che da qualche giorno funziona nelle acque lagunari di Venezia, per iniziativa di Saipem. Un gesto simbolico, precisa l’azienda, che impiega 30mila persone nelle attività di ingegneria, perforazione e realizzazione di grandi progetti nei settori dell’energia e delle infrastrutture.
Ma nella settimana della Giornata Mondiale dell’Ambiente e della Giornata Mondiale degli Oceani, la posa in acqua del “cestino, presso la Compagnia della Vela sull’Isola di San Giorgio Maggiore, diventa segnale e rientra del Piano di Sostenibilità “Energia per un Futuro Sostenibile” di Saipem.
Proprio in provincia di Venezia Saipem ha localizzato Sonsub, il centro per le tecnologie e la robotica sottomarina, che ha avviato collaborazioni per fornire servizi di ispezione e monitoraggio sostenibili in ambito marino, tramite droni. In aggiunta, l’azienda ha sviluppato partnership significative nell’ambito delle tecnologie per il riciclo della plastica.