L’ultima volta è stata nel 2019, prima del Covid e dei lavori di restauro che hanno coinvolto la chiesa. In occasione della festa dedicata alla santa del 13 dicembre, da giovedì 7 sarà nuovamente consentito ai pellegrini in visita al santuario di Lucia, a Cannaregio, di salire sull’altare a lei dedicato, oltrepassando la balaustra e compiendo il giro completo: dietro al corpo della martire siracusana e fino alla cappella di Santa Veneranda, dove verrà appositamente allestita una sorta di piccola mostra pensata per stimolare nei fedeli una riflessione sul tema della corporeità nella visione cristiana, diversa rispetto a quanto la cultura contemporanea afferma. Perché conserviamo il corpo dei santi? E qual è davvero il valore di quest’ultimo nella cristianità?
Alcune domande di partenza, sulle quali ci si potrà interrogare ammirando le cinque sculture lignee in esposizione: tre figure di santi e due crocifissi. «Opere antichissime – spiega don Gianmatteo Caputo, rettore del santuario – che vanno dal ’300 al ’500 e che la Diocesi ha recentemente ricevuto. La drammaticità nelle rappresentazioni è la forma attraverso la quale è stata sempre mostrata la misericordia di Dio per l’umanità; la misericordia di un Padre che nel Figlio, per mezzo dello Spirito, vuole salvare ogni uomo per la vita eterna».
Forme d’arte per riflettere. E proprio di fronte alla mostra sarà allestito anche un presepe realizzato da Francesco Bonvissuto, artista che da tempo si occupa di diorami sacri, «che farà riferimento all’Incarnazione, ovvero al Dio che si fa uomo». I fedeli che si avvicineranno al corpo di Lucia – la cui cappella è stata costruita nel 1863 con il materiale del presbiterio dell’ex chiesa, demolita con la realizzazione della stazione ferroviaria – saranno inoltre accolti da un’opera di Guido Peruz, classe 1941, tra i più grandi collezionisti d’arte contemporanea in Italia e artista conosciuto per le sue trascrizioni della Parola di Dio in graffito. Una sorta di icona a foglia d’oro, di 65×65 cm, sulla quale l’autore ha inciso la preghiera che don Caputo aveva scritto proprio per Santa Lucia durante la pandemia. «Si tratta di frasi trasferite l’una sopra l’altra. Riuscire a leggerle non è dunque possibile, ma è proprio questa la particolarità e straordinarietà dell’opera».
Gli orari e un appuntamento speciale. Le celebrazioni prenderanno ufficialmente il via il 7 dicembre e gli ingressi nel santuario saranno a flusso continuo, con apertura tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17 ad esclusione del 13, quando la chiesa aprirà le porte ai fedeli dalle 7.30 alle 20.30. «Si entrerà da San Geremia – conferma Andrea Ballarin, tra i collaboratori degli “Amici del santuario”, che metteranno in campo una quindicina di volontari – mentre l’uscita sarà quella che dà sul rio di Cannaregio, in fondamenta Ca’ Labia, oppure quella della cappella di Santa Veneranda». Per quanto riguarda invece le candele votive acquistabili nei tradizionali banchetti allestiti all’esterno della chiesa, l’organizzazione sarà la stessa dell’anno scorso: al di là dei lumini più piccoli o elettrici, non sarà possibile collocarle davanti al corpo della santa, per evitare che il fumo danneggi gli elementi circostanti. Ma verranno raccolte dai volontari per essere accese all’ingresso, o conservate per essere utilizzate durante l’anno. Tra le novità anche un momento particolare, interamente dedicato a coloro che si chiamano Lucia (e nomi derivati). «Martedì 12, alle 19.30, don Gianmatteo si recherà infatti sul sagrato della chiesa per un augurio e una benedizione a tutti i presenti», riferisce Ballarin, spiegando che in occasione delle celebrazioni verrà utilizzato anche il nuovo impianto di luci che permette di creare determinati accenti di colore, corrispondenti alle varie gradazioni liturgiche.
La Messa Solenne del 13 sarà celebrata alle ore 18 dal Patriarca Francesco.
Per informazioni: www.santuariodilucia.it.
Marta Gasparon