«La Basilica soffre delle stesse difficoltà di Venezia in momenti tragici come questi». Lo afferma don Antonio Senno, procuratore di San Marco e delegato del Patriarca per la Basilica, all’indomani della marea eccezionale di lunedì 29 ottobre, che non non ha risparmiato la cattedrale dell’Evangelista.
Con i 156 centimetri registrati intorno alle ore 15, sono stati allagati il Nartece, il Battistero e la cappella Zen. L’acqua è penetrata filtrando anche in prossimità della porta della Nicopeia e nella cripta, dove si trovano le tombe dei Patriarchi, ma non in rilevanti quantità.
«Purtroppo l’acqua salmastra accelera il processo di deterioramento dei marmi, invecchiandoli in poche ore anche di cinquant’anni – dice ancora don Antonio Senno – abbiamo dei capitelli che si stanno sbriciolando».
Il Patriarca Francesco ha seguito con apprensione l’evolversi della situazione, affidando Venezia e i veneziani alla Madonna Nicopeia.
Allagamenti notevoli si sono registrati nei corridoi del piano terra del Palazzo Patriarcale e nel chiostro di Sant’Apollonia. Nella basilica di Torcello, di competenza della Procuratoria, sono stati registrati circa 10 cm di acqua e qualche danno anche all’accesso del campanile.
Allagando il 77% della superficie della città, innumerevoli sono stati i danni ai piani terra, dove ancora vivono tante famiglie veneziane, e ai negozi. E in serata la marea è tornata a salire ancora. (M.Z.)