Tutto è pronto, ma la legge italiana non se n’è ancora accorta. La barca a idrogeno, capace di garantire comfort ed emissioni zero – l’unica sostanza emessa è vapor acqueo – è realizzata ma non può viaggiare.
Intanto però la si potrà vedere al Salone nautico di Venezia, che apre sabato 29 e rimane visitabile fino al 6 giugno.
Hepic, così si chiama l’imbarcazione, è un caso di eccellenza a livello internazionale per il trasporto pubblico di linea per passeggeri in acque interne.
In realtà è totalmente elettrica dal punto di vista propulsivo, nel senso che è dotata di un motore elettrico e di altri sistemi elettronici che controllano la potenza sull’asse dell’elica per generare il moto. La novità essenziale è che può ricaricare le proprie batterie di bordo sia durante la navigazione, combinando l’idrogeno all’ossigeno all’interno della cella a combustibile, sia da una colonnina elettrica di rifornimento a terra.
L’idrogeno, inoltre, consente fino a cinque volte la densità di energia delle batterie agli ioni di litio; quindi garantisce un maggior numero di ore di navigazione senza la necessità di ricariche intermedie.
A Venezia c’era stato solo un prototipo in passato, “Accadue”, creato per testare il funzionamento delle celle a idrogeno, ma il mezzo era di ridotte dimensioni e trasportava solo il comandante. Insomma, non era un mezzo reale come quelli comunemente impiegati per il trasporto pubblico passeggeri. Hepic invece lo è.
Alilaguna ha sostenuto e portato a compimento l’opera e con Hepic può mettere in acqua un’imbarcazione in grado di operare quotidianamente alla stessa stregua di quelle convenzionali a propulsione termica, ma con una tecnologia nuova ed eco-sostenibile come quella a Fuel Cell a idrogeno.
Il guaio è che la normativa italiana che regola il trasporto pubblico passeggeri in acque interne non contempla ancora possibilità tecnologiche come la barca a idrogeno.
E anche a livello europeo non esiste un quadro regolatorio uniforme e condiviso tra i paesi alla stregua, ad esempio, di quello per le automobili.
«I tempi per l’introduzione di questo natante – afferma il presidente di Alilaguna, Fabio Sacco – rischiano di diventare irragionevolmente lunghi. È urgente sbloccare la normativa sulla omologazione di questi mezzi e sostenere anche con investimenti pubblici lo sviluppo di un mercato nel settore della navigazione interna, pensando anche alle infrastrutture di distribuzione e rifornimento dell’idrogeno». (G.M.)