Vicino alla chiesa di San Giuseppe di Castello si trova il laboratorio in cui il veneziano Roberto Seggi, in arte Man de Casteo, realizza ed espone le sue opere in legno. «È un luogo di pace per me e di impegno per la città – spiega Seggi – dove io trovo una possibilità di evasione dal lavoro e mi dedico a un’attività che è anche una forma di resistenza. Questo spazio è aperto soprattutto per i veneziani, per offrire un po’ di arte e bellezza a noi persone comuni».
Roberto Seggi, ferroviere e autore di romanzi e racconti a tema veneziano, ha cominciato a dedicarsi all’intaglio del legno neanche dieci anni fa e in maniera del tutto casuale: «Mio suocero mi aveva regalato degli scalpelli – racconta Seggi – e io ho voluto provare questa attività che non mi sento di definire artistica, ma piuttosto artigianale». Prendendo ispirazione dallo stile del celebre maestro veneziano Livio De Marchi, Seggi ha realizzato tra le sue prime opere uno scarpone, una camicia e dei pantaloni in legno, imparando la tecnica da autodidatta. Dopo aver esposto le sue prime creazioni in uno spazio a Sant’Elena, sei anni fa ha investito nel laboratorio a Castello in cui attualmente lavora durante i fine settimana. Le sue opere più complesse costituiscono una mostra permanente, quelle più piccole e semplici sono pensate per i turisti. Il ricavato di queste ultime viene reinvestito dall’artigiano per pagare le bollette del laboratorio o per l’acquisto di nuovi utensili.
<Guerrieri, operai e un Cristo in croce. I soggetti delle sue opere variano a seconda dell’ispirazione e delle sensazioni, ma alcuni temi sono ricorrenti: per esempio i guerrieri, simbolo di una lotta non tanto fisica quanto invece morale e sociale. «Sono molto legato alle raffigurazioni dei guerrieri e in particolare dei samurai, di cui apprezzo il codice di condotta, il bushido – racconta Seggi – e penso che per essere guerrieri ci si debba impegnare in tutte le azioni che si compiono». La resistenza degli ultimi è raffigurata in maniera diversa anche in altre sue opere come i bassorilievi che riproducono la fotografia “Pranzo in cima a un grattacielo” di Charles Ebbets o il quadro “Il quarto stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Non manca il tema religioso con la raffigurazione di Cristo: «I sacerdoti di Castello passano spesso in questo spazio e osservano le mie opere», racconta Seggi. «Qualche anno fa avevo realizzato un Cristo e mi avevano proposto di acquistarlo per metterlo in chiesa – continua l’artigiano – ma io ho preferito donarlo alla comunità appendendolo su un albero in Campo Stringari, a Sant’Elena. Ho pensato che in fondo Cristo è sempre presente nelle chiese, ma è bello poterlo incontrare anche in mezzo alla gente».
Seggi spiega inoltre la decisione di pubblicare le fotografie delle sue creazioni sui social: «Sono una persona semplice e non lo faccio per esibizionismo. Sui social ci sono tante cose brutte, ma io, con il pretesto di mostrare queste opere dai titoli comprensibili a tutti, voglio andare controcorrente, portare un po’ di bellezza e cultura, con la speranza di poter aiutare qualcuno».
Per il futuro Roberto Seggi ha altri progetti di sostegno del prossimo: «Quando andrò in pensione oltre a dedicare più tempo a questa attività vorrei rendermi utile per il tessuto sociale, per esempio riparando oggetti e aiutando le persone anziane».
Camilla Pustetto