Il trapianto di fanerogame in laguna è riuscito. Grazie all’intervento coordinato dall’Università Ca’ Foscari Venezia, sono oggi ricoperti di piante acquatiche ben 400 ettari di fondali, aumenta la biodiversità e lo stato ecologico delle aree ripopolate sta migliorando.
Lo dicono i risultati finali del progetto europeo LIFE SeResto, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Life, condotto dall’ateneo in collaborazione con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche e l’associazione Laguna Venexiana Onlus.
Gli interventi di trapianto delle piante acquatiche sono iniziati nel 2014 e sono stati svolti in massima parte da pescatori, cacciatori e appassionati di voga appositamente formati nell’ambito del progetto e assistiti dai partner scientifici.
«Il consolidamento e ripristino dell’habitat acquatico lagunare – spiega Adriano Sfriso, coordinatore scientifico del progetto e professore di Ecologia al Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica – sta già contribuendo al raggiungimento del buono stato ecologico dei corpi idrici della laguna più settentrionale favorendo l’aumento della biodiversità e dei servizi ecosistemici forniti da un ambiente lagunare in buone condizioni ecologiche. Ad esempio, sono in corso miglioramenti della qualità delle acque e del ‘sequestro’ della CO2, incrementi della produttività ittica e della presenza aviaria e un ritorno all’uso ricreativo per attività di eco-turismo”.
Le fanerogame marine sono organismi vascolarizzati provvisti di foglie, fusto e radici che vivono sommerse, si riproducono mediante fiori e si diffondono prevalentemente per dispersione di semi. Formano l’habitat ottimale (nursery, rifugio, pascolo) per la macrofauna bentonica ed ittica e aree ristoro per l’avifauna. Favoriscono la sedimentazione, contrastano l’erosione, attenuano il moto ondoso ed intrappolano permanentemente elevate quantità di CO2.
Nella Laguna veneta, le praterie di piante acquatiche, gli ingegneri ambientali delle aree lagunari, negli ultimi decenni sono state fortemente danneggiate da varie attività antropiche (sversamento di nutrienti ed inquinanti, sfruttamento delle risorse alieutiche, scavo di canali ed attività morfologiche di vario tipo, ecc…). Recentemente, per vari fattori, tra cui l’emanazione di Decreti Legislativi atti a controllare e limitare queste pressioni, le condizioni ambientali di estese aree della Laguna veneta sono migliorate e divenute di nuovo idonee alla ridiffusione di queste piante.
Per accelerare il processo di ricolonizzazione sono state trapiantate 330 zolle (diametro circa 30 cm) tra il 2014 e il 2015 e negli anni seguenti sono stati dispersi nelle aree limitrofe circa 60mila rizomi, ma la maggior diffusione è avvenuta tramite milioni di semi prodotti dalle piante trapiantate e dispersi lungo i margini delle barene e gli argini dei canali da venti e maree.
Dove le piante sono presenti dalla prima campagna del 2014, la qualità dello stato ecologico è passata da ‘scarso’ a ‘buono’. I miglioramenti più rapidi sono stati osservati per la vegetazione acquatica con la comparsa e rapida diffusione di alcune specie di elevato pregio ecologico. La fauna sia bentonica (organismi che vivono sul fondale) che nectonica (organismi che nuotano nella colonna d’acqua, pesci) sta migliorando più lentamente ma sono evidenti i segnali di un aumento della biodiversità.