Slittano al 30 settembre i termini per presentare la documentazione necessaria a ricevere i rimborsi dei danni subiti dalle acque alte dello scorso novembre. Lo ha stabilito il Comune venendo così incontro a tutti quei cittadini che a causa delle limitazioni imposte dall’emergenza Coronavirus non sono ancora riusciti a completare le pratiche. Pratiche che, insieme alle relative fatture sui lavori già eseguiti, si dovevano presentare entro il 30 aprile. Non slittano però i rimborsi: coloro che hanno già completato le pratiche riceveranno infatti le somme richieste non appena i fondi statali saranno sbloccati.
Al momento – spiega l’ufficio stampa del sindaco Luigi Brugnaro che è anche commissario delegato dal Governo per la gestione dell’emergenza acqua alta – i fondi sono sì stanziati, ma sono ancora fermi presso la Tesoreria dello Stato. Non appena saranno trasferiti al Comune di Venezia, saranno poi erogati a coloro che ne hanno diritto. Per chi invece, a causa dei limiti del Coronavirus, non è ancora riuscito a completare i lavori di ripristino dei danni provocati dall’acqua alta o non è riuscito a completare le pratiche, ci sarà tempo per farlo fino al prossimo 30 settembre. Fin dai primi giorni successivi all’acqua alta dello scorso 12 novembre (e seguenti) era stata attivata la procedura per ricevere il risarcimento dei danni: nella prima fase i cittadini avevano presentato richiesta per via telematica, elencando sommariamente i danni subiti e i lavori di ripristino necessari. Questa fase si era conclusa lo scorso 30 gennaio. Nella seconda fase, quella ancora in corso, è prevista invece la rendicontazione puntuale degli interventi compiuti. Le somme erogabili sono fino a 5000 euro per i privati cittadini, fino a 20.000 euro per le imprese. (S.S.L.)