Missionarietà ed accoglienza sono la cifra distintiva della parrocchia del SS. Redentore, che si avvicina a celebrare la festa del patrono, pronta a ricevere i moltissimi fedeli che si recheranno in pellegrinaggio nel tempio palladiano nelle giornate di sabato 14 e domenica 15, dove ad ogni ora la Santa Messa sarà animata a turno dalla comunità. «Il bello del Redentore è che viene coinvolta tutta la città. Si sta assieme e si mangia insieme in allegria» dice Adriana Alberti, parrocchiana tra le più attive al Redentore, presente in parrocchia fin da piccola, quasi una memoria storica della comunità. «Un tempo la festa di devozione popolare era vissuta tutta la notte e i giardini dell’isola venivano aperti ai cittadini. Ricordo che quando ero ragazzina si andava in fondamenta e si mangiavano piatti tipici come le sarde in saor. Per l’occasione ci si metteva il vestito nuovo» dice, sottolineando come la notte del Redentore, caratterizzata dai fuochi d’artificio, sia sempre stata motivo di festa per l’isola.
La partecipazione dei veneziani. «La cosa più bella oggi è l’afflusso di pellegrini che arrivano anche da fuori Venezia per recarsi in chiesa ad ascoltare la messa o dire una preghiera». Molti di questi sono veneziani trasferitisi in terraferma che non mancano mai a questo appuntamento estivo. Ciò che non può mancare durante la festa del Redentore è la pesca di beneficenza in favore delle popolazioni dell’Africa, che si svolge il sabato dalle 16 fino oltre mezzanotte e poi tutta la domenica. Nata per volontà dei frati poco prima degli anni’40, quando ancora la parrocchia non esisteva, la pesca ora è portata avanti con costanza dal gruppo missionario. «Quando è nata la parrocchia, questa iniziativa si è allargata alla comunità e abbiamo iniziato a collaborare con i frati» spiega la signora Adriana.
Pesca, coinvolte più generazioni. Ora la pesca raccoglie oggetti nuovi che vengono donati dai negozianti, in particolare da quelli di Murano che regalano oggetti dell’artigianato vetrario. «La pesca è possibile grazie alla generosità di tante persone. Ad organizzarla siamo una quindicina di volontari e altrettanti sono i bambini e i ragazzi dalla quinta elementare alle superiori della collaborazione pastorale che ci aiutano. Guai se non ci fossero: le ragazzine incartano i pacchettini, mentre i ragazzi preparano i palchi e tutti vengono coinvolti nel consegnare i premi. «C’è un grande lavoro dietro» afferma la signora Alberti, spiegando che inoltre il gruppo organizza in parrocchia mercatini a Natale e Pasqua a favore delle missioni, con lavoretti di artigianato realizzati da otto persone del gruppo missionario che ogni settimana si ritrovano il martedì. Altri due mercatini si tengono durante l’anno a maggio a Santa Margherita e in prossimità del Natale a San Leonardo con oggetti di antiquariato e dell’usato. «Questo è il nostro modo di partecipare alla povertà nel mondo. – spiega la parrocchiana – Non lo facciamo tanto per passare il tempo, lavoriamo perché sappiamo che un bambino che ha fame grazie a quello che facciamo può star meglio e così siamo felici. Lo spirito della parrocchia è sempre stato infatti la missionarietà. Da piccola ero diventata la mascotte del gruppo, mi intrufolavo sempre per vedere le signore che lavoravano» ricorda la signora Adriana, spiegando che il gruppo era presente ancor prima dell’esistenza della parrocchia, che si prepara per festeggiare in settembre i 70 anni dalla nascita, avvenuta nel 1948 con padre Gervasio Scoffon. «Con lui ho fatto tutti i sacramenti» racconta, ricordando gli anni in cui era bambina e la parrocchia era molto povera. «Eravamo appena usciti dalla guerra e molte erano le famiglie bisognose che padre Gervasio cercava di sostenere dando loro qualche soldo per aiutarle a pagare le spese. Inoltre è capitato che vendesse qualche quadro per comprare della carne. Aprendo le braccia al prossimo ha fatto del bene in momenti neri della nostra storia» dice la signora, ricordando il frate come una persona di cuore.
«Una parrocchia ancora vivace». È così che la signora Adriana rammenta una parrocchia povera ma vivace e molto frequentata. Oggi i tempi sono cambiati e in comunità si risente del calo demografico ma per fortuna con la collaborazione pastorale, da circa otto anni, si organizzano insieme molte attività come il Grest e momenti di preghiera comunitari, tra cui la Via Crucis per le calli della Giudecca, la recita del rosario a maggio per i capitelli o le feste insieme. Nonostante gli anni passino ed i tempi cambino, il carisma francescano, caratterizzato da missionarietà ed accoglienza, in 70 anni è sempre rimasto il filo conduttore della comunità del Redentore.
Francesca Catalano