«Fondamentale per me è stata la provenienza dal mondo del volontariato. Più che la mia pensione il traguardo importante che vorrei festeggiare è quello di “Villa Renata” che proprio quest’anno compie 40 anni di attività. Un percorso per il quale sono molte le persone da ringraziare, a cominciare dalla comunità del Lido che ci ha accolto con disponibilità». Quaranta anni di Villa Renata che hanno avuto al timone il suo fondatore e presidente Paolo Stocco, 67 anni, che dopo quarant’anni di lavoro dallo scorso primo maggio è in pensione. Due traguardi che, come è giusto che sia, si intersecano tra loro.
Stocco è in pensione dal ruolo di dirigente della cooperativa “Comunità di Venezia” che, oltre a “Villa Renata” negli anni ha aperto anche “Casa Aurora” a Marghera che segue mamme in difficoltà con bambini piccoli. Manterrà comunque il ruolo di presidente. Psicologo con un master in management, Stocco si è dedicato alla lotta e prevenzione della tossicodipendenza e al reinserimento di ragazze e ragazzi, uomini e donne, nel mondo del lavoro. «E’ importante cercare di dare una seconda possibilità a chi cade. Sono stati – racconta Stocco – 40 anni molto intensi, grazie al lavoro di un team. Dobbiamo ringraziare anche tutte le amministrazioni del Comune di Venezia, le varie Ipav, che ci hanno messo a disposizione alcuni appartamenti, ma soprattutto le persone e i cittadini che ci hanno accompagnato».
La sua vita professionale è stata dedicata quasi interamente a questo servizio con una parentesi: «Dal 2008 al 2012-13 sono stato direttore generale dell’azienda sanitaria Ulss del Veneto Orientale, per me una sfida che spero di aver interpretato al meglio». Cosa gli hanno lasciato questi anni? «L’importanza di dare valore alle persone», risponde. E non poteva mancare il ricordo di un amico fraterno, Maurizio Calligaro, prematuramente scomparso, che con lui ha condiviso tanti progetti, sfide ed emozioni al servizio del pubblico e dei cittadini. «Ora, mantenendo il ruolo di presidente della Cooperativa cercherò di realizzare un sogno, che abbiamo nel cassetto, che era stato inspiegabilmente bloccato da un ricorso al Tar. Quello di realizzare, con fondi nostri, in un terreno già di nostra proprietà a Malamocco, una casa alloggio per permettere un periodo di vacanza al mare a soggetti fragili, diversamente abili, con le rispettive famiglie. Ora che il giudice ci ha dato ragione, stiamo cercando i finanziamenti».
Lorenzo Mayer