Nuovo impianto elettrico e di illuminazione per la chiesa di Sant’Alvise. Don Stefano Costantini, parroco uscente della comunità, spiega che ormai da quasi vent’anni si pensava di compiere dei lavori di manutenzione, ma che si è sempre rimandato a causa del costo elevato di realizzazione.
«Un paio di anni fa è stata segnalata la forte criticità dell’impianto, che ormai rischiava di diventare pericoloso anche per i fedeli e i visitatori – racconta don Stefano -. Grazie all’impegno di don Gianmatteo Caputo e di don Fabrizio Favaro, abbiamo parlato con Diocesi e Soprintendenza e abbiamo ottenuto un aiuto concreto dalla Cei». Per l’impianto di illuminazione, inaugurato nelle scorse settimane, la Cei ha infatti messo a disposizione una somma pari a quasi i due terzi dei costi complessivi grazie all’8xmille. «L’8xmille e l’importante sostegno di un benefattore sono stati di grande aiuto – dichiara il sacerdote – anche perché la chiesa di Sant’Alvise ha già a proprio carico altre spese impegnative per i nuovi impianti antifurto e antincendio che, proprio come nel caso di audio e luci, hanno bisogno di essere completamente rifatti».
La parrocchia di Sant’Alvise ringrazia anche l’azienda Arte e Luce e l’architetto Giorgio Della Longa, che ha curato il progetto dell’impianto e coordinato il lavoro dell’équipe di tecnici e professionisti. La realizzazione non è stata facile, anche a causa dell’assenza di cornicioni nell’aula della chiesa: da quando negli edifici di culto è presente l’illuminazione elettrica, i cornicioni sono stati spesso sfruttati come soluzione semplice per far passare le reti elettriche senza renderle visibili. Per risolvere il problema, i cavi sono stati fatti passare nel sottotetto per poi scendere sulle alte finestre e appoggiare i corpi illuminanti sui bancali delle stesse.
«Una difficoltà per la chiesa di Sant’Alvise è anche la presenza di molte opere d’arte che hanno richiesto una maggiore presenza di proiettori per le pareti – spiega Della Longa -. Adesso però, con il nuovo impianto a led che sfrutta una tecnologia simile a quella che in casa è la domotica, è possibile una gestione dell’impianto illumino-tecnico che permette di regolare le luci a seconda che la chiesa assolva alla sua funzione liturgica o che sia osservata e apprezzata come monumento. Volendo, si potrebbero creare dei percorsi di visita illuminando un’opera mentre viene commentata e poi facendo luce sull’opera successiva».
Camilla Pustetto