«Abbiamo cercato più volte di contattarli per convincerli a collaborare e a migliorare così la loro condizione abitativa. Dove sono adesso, si trovano in condizioni disagiate e perfino pericolose. È ragionevole che accolgano le nostre offerte e si mostrino collaborativi; cosa che, però, sembrano non voler fare».
Luigi Gislon, responsabile della Direzione Coesione Sociale del Comune di Venezia, sintetizza così la situazione alle Muneghette, lo stabile a Venezia dato in concessione dall’Ire alla Caritas che qui realizzerà una struttura – con mensa e alloggi – per i poveri.
Nel pomeriggio di mercoledì 4 dicembre gli operatori della Caritas veneziana hanno provveduto ad accompagnare alcune persone sinora ospitate presso il complesso delle Muneghette nelle nuove sistemazioni messe a disposizione gratuitamente. Si tratta, comunque, di soluzioni temporanee per consentire alla Caritas e ai servizi sociali del Comune di Venezia di individuare e promuovere un progetto di accompagnamento che preveda altre azioni stabili o definitive.
Ma alcune della decina di persone che vi abitavano continuano a volervi rimanere, nonostante le offerte di collocazioni alternative e migliori. «Siamo pronti ad aprire procedure di emergenza abitativa, li avevamo invitati a partecipare ai bandi per l’edilizia residenziale pubblica – aggiunge Gislon – abbiamo cercato in tutti i modi di instaurare un rapporto finalizzato a trovare per tutti loro una soluzione migliore. Ma pongono una poco ragionevole resistenza».
Per le situazioni più delicate è stata proposta da subito anche dalla Caritas una soluzione provvisoria in centro storico e dai prossimi giorni una stabile soluzione abitativa in terraferma che la Diocesi di Venezia ha messo loro a disposizione con lo spirito di vicinanza, accompagnamento e – come insegna anche il Santo Padre – di compassione verso tutti che caratterizza il suo operato quotidiano in molteplici situazioni di povertà e fragilità.
Presso la struttura nel sestiere di Castello permangono ancora quattro persone. Non hanno inteso accogliere nessun tipo di proposta alternativa alla permanenza nel pensionato delle Muneghette che – come comunicato ripetutamente già nello scorso mese di giugno e ancora ripetuto personalmente più volte a tutti gli ospiti – deve essere liberato perché non a norma e per urgenti lavori di straordinaria manutenzione e messa in sicurezza, in modo da non mettere in pericolo la vita delle persone che sino ad oggi lo hanno abitato.