E’ morto Plinio Scarabellin, il pugile veneziano più forte di tutti i tempi. Aveva 83 anni, compiuti il 19 dicembre scorso, e fu campione europeo dei pesi massimi nel 1960.
Il decesso è sopraggiunto domenica mattina nella Casa di riposo San Lorenzo a Venezia, dove l’ex pugile si trovava da settembre per gli acciacchi dell’età che, da luglio 2016, lo avevano portato ad affrontare una serie di ricoveri.
I funerali di Plinio Scarabellin verranno celebrati sabato 29 alle ore 11, nella chiesa di San Giobbe, la zona del centro storico di cui era fiero e originario, e nella stessa chiesa dove, alcuni anni fa, festeggiò con la moglie Diana Scarpa le “nozze d’oro”.
Scarabellin è stato un pioniere del pugilato, inteso nel senso più moderno, e quando saliva sul ring era capace di regalare uno show di forte impatto emozionale. Per questo lo conoscevano tutti: non solo gli appassionati di boxe con i capelli bianchi, ma anche i giovani.
Come Rocky Balboa si allenava tirando ganci e gragnole di colpi sui quarti di bue appesi. Plinio, classe 1933, viveva a Venezia, a due passi da campo Santa Maria Formosa, ed era sposato dal 1961 con Diana Scarpa, che lo ha assistito fino all’ultimo. La coppia non aveva figli ed è rimasta sempre unita e affiatata per oltre 56 anni.
Scarabellin non era solo uno sportivo, ma un personaggio poliedrico e d’altri tempi. Era un poeta e un compositore di canzoni. Con le parole sapeva colpire come con i guantoni sul ring, lasciando il segno. Le sue melodie, i testi che le ispiravano, ancora oggi si sentono cantate, in gondola o passeggiando tra le calli veneziane. Insomma era un artista.
Nel 2001, colpito dall’attacco alle Torri Gemelle e dalla tragedia americana compose una canzone che significava il gemellaggio tra Venezia e New York. Il suo sogno, rimasto tale, era quello che fosse Patty Pravo a cantarla ed interpretarla, veneziana come lui. Poesia e musica accompagnavano la sua vita: nella sua casa troneggiava un grande pianoforte a coda, che lui sapeva adoperare con maestria.
Tra le sue foto storiche da ricordare c’è quella – che qui pubblichiamo – in cui il pugile veneziano indossava un paio di guantoni già appartenuti a Mohammed Alì. Terminata la carriera sportiva agonistica, per sbarcare il lunario, si era cimentato in mille e più mestieri, tra cui quello di tassista d’acqua, come “autodidatta” e “fai da te”. Plinio aveva un fratello, Bruno, pure lui celebre pugile lagunare, morto nel 2013. Lascia, oltre alla moglie, quattro sorelle: Maria, Rosanna, Valeria e Edda.
Lorenzo Mayer