La carica dei 254 aspiranti medici di famiglia a Venezia è arrivata in meno di tre settimane, via mail, da tutto il mondo. Dai cervelli in fuga che desiderano tornare in Italia alle decine di dottoresse iraniane che vogliono fuggire dalla situazione complicata in patria. Basterebbe un ventesimo delle candidature arrivate a saturare l’intero fabbisogno di medici di base in Laguna dei prossimi anni.
Il numero totale, chiaramente, comprende professionisti la cui aspirazione non potrà essere esaudita a causa di scogli linguistici o normativi, ma nell’insieme la campagna potrà garantire importanti nuovi ingressi per la medicina generale di Venezia.
La graduatoria
A selezioni chiuse ieri, una graduatoria preliminare stilata dagli uffici dell’Ulss 3 Serenissima ha riconosciuto già i primi 11 professionisti idonei, insediabili da oggi fino al 2025 (man mano che si avvicendano i pensionamenti dei medici uscenti) in qualità di dottori di famiglia nella città più bella del mondo, come recita la campagna di comunicazione dell’azienda sanitaria veneziana che li ha chiamati a rapporto.
“Le restanti candidature rimangono tesoro inestimabile su cui l’azienda sta continuando a lavorare e che andranno pian piano ad arricchire e ad aggiornare la nostra graduatoria – dice il direttore generale dell’azienda sanitaria veneziana Edgardo Contato -, allo scopo sia di coprire altri territori dell’azienda, che di assegnare altri futuri incarichi, che di proporre ruoli in altre specialità carenti, che di condividere questo bacino di professionisti, quasi introvabili altrove, con altre aziende sanitarie bisognose di medici”.
Medici italiani
Gli aspiranti medici di famiglia italiani sono 123. La metà proviene dal nord, uno su cinque dal centro, tre su dieci dal sud, di cui solo uno dalla Campania.
Medici europei
Allargando lo sguardo all’Europa, le candidature oltre a quelle italiane sono 13, di cui due dalla Francia, due dalla Macedonia del nord, uno dall’Albania, uno dalla Germania, uno dalla Polonia, uno dalla Repubblica Ceca, uno dalla Serbia, uno dalla Spagna, uno dalla Svizzera, uno dalla Turchia, uno dall’Ungheria.
Medici asiatici
Due medici si sono proposti dal Vietnam.
Medici africani
Un medico ha inviato la sua candidatura dall’Egitto
Medici americani
Le candidature arrivate dall’America sono 30, di cui una dagli Usa, 7 dal Venezuela, 6 dall’Argentina, 6 dal Brasile, 3 dalla Bolivia, 2 dalla Colombia, 2 dal Nicaragua, uno da Cuba, uno dall’Ecuador e uno dal Paraguay.
Medici mediorientali
Un medico si candida dall’Iraq, uno da Israele. Dall’Iran sono arrivate invece 62 candidature.
Il fenomeno e le storie delle dottoresse iraniane
La maggioranza dei 62 curriculum arrivati dall’Iran sono di donne medico, spesso iper qualificate. Alcune di loro confidano, al telefono, di voler fuggire dal clima che le sta travolgendo nel loro Paese.
«Lavoro da tre anni come medico di famiglia in Iran. Parlo fluentemente inglese. Amo Venezia», si candida una.
«Sono un medico altamente qualificato con esperienza in diversi ospedali. Molto motivata. Parlo bene la lingua inglese», scrive all’Ulss 3 un’altra.
«Sono specialista e professoressa universitaria. La mia esperienza potrebbe essere preziosa per il lavoro da voi» invia una terza.
«Sono sposata e madre di una bambina. Sono un medico generico iraniano e interessata a lavorare da voi», una quarta.
E continuano così a decine.