«Dare una nuova vita alle cose»: Massimo Ghezzo, 61 anni, ha preso questo impegno alla lettera. Una passione che è diventata uno stile di vita che si può sintetizzare anche così: l’importanza del riciclo, anche delle cose apparentemente più fregiate dalla natura.
Falegname, artista, artigiano: probabilmente in questa sua attività c’è un pizzico di tutto questo. «Una passione che è nata all’incirca sette anni fa – racconta Ghezzo –. Mi dedicavo all’allevamento dei “peoci”, professione di famiglia, ma avevo bisogno di una svolta. E la svolta l’ho trovata lavorando gli scarti delle briccole in legno. E non mi riferisco alle bricole che vediamo in laguna piantate durante i tragitti in navigazione. Sto parlando di quelle semiaffondate che si trovano sott’acqua e dei piccoli scarti. Da questi pezzi realizzo delle statue, tutte in legno, tutte fatte a mano, senza utilizzare apparecchiature industriali, solo qualche semplice arnese, gli strumenti che una volta componevano la vecchia cassetta degli attrezzi». Il legno di bricola spesso ha al suo interno buchi e “gallerie” scavate dalle teredini, molluschi di forma allungata che trovano proprio qui il loro habitat: e i segni lasciati vanno a creare disegni e sagome molto suggestivi che impreziosiscono le sue opere.
Agli Alberoni, dove vive, ha il suo laboratorio artistico. «Tutto senza scopo di lucro. La mia è una passione – prosegue – non ho nulla da vendere, anzi a dire la verità sono anche parecchio geloso degli oggetti che realizzo. Non voglio separarmene. Tanto che oggi non ho quasi più spazio disponibile, avrò circa mille pezzi di lavori fatti. Per dare un aiuto al territorio e ad alcune gare sportive, mi fa piacere dare il mio contributo e realizzare delle medaglie in legno per le premiazioni. Ma io faccio statue, questa è la mia occupazione prevalente». Di recente ha realizzato le medaglie per le corse della Venezia Triathlon.
E pazienza se a sessant’anni non è facile trovare un altro impiego lavorativo. Ormai vicino alla pensione si dedica a questo diletto. «Vorrei creare una start-up per avvicinare i giovani a questa attività – riprende – in un momento storico come quello in cui siamo, con il pianeta Terra in costante sofferenza, il riciclo può essere fondamentale e aprire un mondo. Il materiale me lo procuro in parte grazie alcuni amici pescatori che, appena trovano in laguna un pezzo di bricola galleggiante me la portano, in altra parte lo acquisto al grezzo, e poi c’è qualche altro amico che mi porta dei pezzi di legno avanzati. Sono un autodidatta, prima di affacciarmi a questa nuova realtà non sapevo nulla. Ma ora posso dire che ne è valsa davvero la pena».
Lorenzo Mayer