«Ho dedicato un’intera vita alla conservazione dei beni artistici e architettonici della città. Guardare al passato, anche se apparentemente può sembrare polvere che più non ritorna, in realtà vuol dire saper custodire le “braci” e guardare con speranza al futuro. Tutti questi beni, anche quelli privati ed ecclesiastici, in realtà appartengono a tutti noi».
Poche parole pronunciate con grande commozione, martedì scorso, dall’architetto Mario Piana, proto della Basilica di San Marco, che si è detto «stupito e commosso» di fronte ad una sorpresa che mai avrebbe immaginato. Un ringraziamento che la città di Venezia e l’Ateneo Veneto hanno voluto dedicargli attraverso la pubblicazione del libro “Tanto di lume alle cose di Architettura. Scritti per Mario Piana” (Campisano Editore) a cui amici e colleghi hanno iniziato a pensare due anni e mezzo fa, in vista del pensionamento di Piana dall’insegnamento universitario allo Iuav.
La presentazione si è svolta all’Ateneo Veneto, dove Piana è arrivato convinto di dover incontrare la presidente Antonella Magaraggia per una consulenza. Il libro, curato da Mattia Marzi, Damiana Lucia Paternò, Anna Pizzati e Francesca Salatin, raccoglie gli interventi di 39 autori e comprende la biografia di Piana, oltre all’elenco completo dei suoi lavori. Parte integrante di questa cordata sono state la figlia Maddalena e la moglie Annalisa Bristot, con la complicità operosa di tutta la famiglia. Una sala, quella dell’Ateneo Veneto, che si è riempita di gente, ben oltre la capienza consentita.
A dare a tutti il benvenuto è stata la presidente Magaraggia, amica della famiglia Piana. Presenti, tra gli altri, il primo Procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin, l’intero Consiglio della Procuratoria e la presidenza dell’Ordine degli Architetti di Venezia, che ha patrocinato l’iniziativa. Il libro non è il compendio di una carriera: Piana è infatti ancora impegnato su moltissimi fronti, anzitutto quello di Proto della Basilica. Sono stati ricordati, durante l’incontro, alcuni dei suoi lavori più importanti. Dal restauro conservativo di Palazzo Grimani, alle barriere provvisorie removibili in vetro, a protezione della Basilica.
I presenti hanno poi sottolineato la partecipazione dell’ex docente Iuav ad importanti convegni nazionali ed internazionali per la salvaguardia di Venezia, ma anche il suo costante pungolo affinché la Basilica possa contare su un maggior numero di maestranze, più congruo alle sue molteplici esigenze. Il numero è cresciuto da 14 a 17, ma siamo ancora lontani da quelli del passato.
Nel carattere di Piana, sempre riservato, operoso e mai incline alle celebrazioni mondane, spicca un tratto distintivo: il rispetto per il patrimonio artistico e le persone. Insieme alla stima per quello che Mario Piana ha fatto e continuerà a fare per la città.
Lorenzo Mayer