«Quando passai la mano, nel 2007, avevamo avuto il miglior fatturato di sempre. Non abbiamo smesso per mancanza di risultati: semplicemente dopo 50 anni di attività c’erano i requisiti per la pensione ed eravamo stanchi, dopo aver passato una vita di lavoro dietro al bancone. Oggi il mondo è cambiato completamente. Non so dire se sia un bene o un male. Di certo però va preso atto che il mondo è cambiato». Angelo Cascione per 50 anni è stato lo storico volto amico di “Lido Giocattoli”, il “mitico” negozio di giocattoli in Gran Viale al Lido.
Lui e l’indimenticabile socio Aldo Rossi avevano le chiavi di quello che per i bambini era un vero e proprio luogo delle meraviglie. In vetrina c’erano sempre le più importanti e belle novità in tema di giocattoli. Sono passati 15 anni da allora, ma proprio adesso il Lido è diventata un’isola senza più alcun negozio di giocattoli per i bambini. Segno dei tempi e non solo…
Il negozio è diventato un bar. Ad Angelo, che finora non aveva mai parlato della storia del suo negozio, nel 2007 subentrarono i nipoti (da parte della moglie) a portare avanti l’attività. «I primi anni lavoravano bene – ricorda – erano contentissimi e riuscivano anche a fare meglio di noi. Poi però è arrivata la crisi, legata ai rapporti difficili tra Usa e Cina. La gran parte della produzione di giocattoli infatti arriva da noi dalla Cina. Così nel 2014 la decisione di cedere, passando anche a un’altra tipologia di lavoro».
L’epoca del negozio “Linetti” – così veniva sempre chiamata dai lidensi di lungo corso la bottega identificata con il cognome di chi era arrivato ancora prima di Aldo e Angelo – si era così chiusa per fare spazio all’ennesimo bar e ristorante. «Chi ha rilevato nel 2014 creando un locale – racconta – dopo circa un anno e mezzo ha subito rivenduto ai cinesi, incassando il doppio di quanto aveva speso per rilevarlo».
Dai tempi di “Lido Giocattoli” sembra essere passata una vita. Oggi al Lido e Pellestrina non si trova più nemmeno un negozio dedicato alla prima infanzia. E anche in centro storico sono sempre più rari. Per trovare anche un semplice regalo di compleanno occorre fare le acrobazie, rivolgersi alle edicole, ai piccoli bazar. «Oggi gli acquisti di giocattoli si fanno quasi completamente via internet. E’ sparito il rapporto con il cliente, ma anche il gusto semplicemente di vedere in vetrina le ultime novità, oppure attendere Natale per ricevere un regalo tanto desiderato. Provare un giocattolo e vedere se è proprio così bello. Queste emozioni sono sparite. Ecco perché oggi i negozi di giocattoli, nelle nostre città, sono pochissimi. Sono sempre meno. La vendita on line li ha uccisi tutti o quasi. Arriva tutto a casa, imballato in due giorni, e se non va bene si può pure restituire. Ma così è sparito anche un patrimonio di conoscenze e di sensazioni».
Gli inizi nel 1957. Angelo entrò da Linetti nel lontano 1957. «Avevo 15 anni e facevo il garzone di bottega. Portavo, più volte la settimana, pacchi pesantissimi in giro per Venezia. Eravamo circa in cinque dipendenti. Poi “Linetti” voleva chiudere e così io e Aldo ci siamo fatti avanti per rilevarlo. Mia moglie era incinta e non potevo stare senza lavoro. Se la memoria non mi tradisce siamo subentrati prima in affitto, attorno al 1975-76, poi nel 1989 rilevando la licenza. E’ stata una grande bellissima avventura». I primi clienti erano i veneziani. «Sono stati coloro che ci hanno permesso di andare avanti per tanti decenni – conclude Angelo Cascione – i residenti erano la nostra prima forza. Poi certo i turisti nei mesi estivi, che ogni anno tornavano da noi per fare qualche acquisto. I grandi eventi, la Mostra del cinema. In negozio è passata anche qualche celebrità, ma la nostra prima forza sono sempre stati i lidensi e veneziani che sono rimasti sempre nel nostro cuore e che voglio ringraziare».
<+firma ct_GV>Lorenzo Mayer