Dopo oltre sessant’anni si spegne un’altra insegna del commercio al Lido. Dallo scorso 31 ottobre ha infatti cessato l’attività il negozio “Piccoli” presente da 62 anni al civico 133 di via Sandro Gallo a Città Giardino. Per Maria Piccoli e il marito Paolo è giunto infatti il momento di andare in pensione, ma nessuno si è fatto avanti per rilevare l’attività. Da “Piccoli” si poteva trovare tutto ciò che serviva a neonati e bambini. Generazioni di bambini, praticamente tutto il Lido e non solo, sono cresciuti e oggi diventati adulti, portando almeno uno di quegli oggetti trovati in quel negozio. Non solo giocattoli, ma anche culle, passeggini, vestitini… Inoltre la specializzazione del negozio era anche sui materassi. Maria e Paolo non hanno trovato nessuno disponibile a proseguire nel loro settore e nelle prossime settimane aprirà un’attività in un ambito completamente diverso.
Chiudono negozi, aprono bar. Ma questo è solo l’ultimo dei segnali di cambiamento di un commercio che al Lido – come a Venezia – sta cambiando faccia in modo radicale. E balza all’occhio soprattutto in centro, tra piazzale Santa Maria Elisabetta, Gran Viale e strade limitrofe, soprattutto il proliferare di bar. E se il saldo numerico, tra aperture e chiusure, almeno in quest’area del centro rimane invariato, si perdono specificità e competenze. In piazzale Santa Maria Elisabetta, ad esempio, ha aperto da poche settimane il bar “Caffè 9” al posto del negozio di telefonia Vodafone che si è trasferito, di pochi metri, all’inizio del Gran Viale nell’ex ufficio dell’Apt. Tra i cambiamenti in arrivo, prima di Natale, l’ampliamento della piccola rivendita in centro del “Pane di via Fuga” di Sergio Puppola, avendo rilevato anche la vicina gelateria. A parte alcune e poche fortunate eccezioni, comunque, risalta agli occhi la difficoltà a sopravvivere del piccolo commercio. «La crisi si sente ancora – conferma il presidente di Ascom Venezia, Roberto Magliocco – inutile che ci nascondiamo. Per migliorare lo scenario futuro, anzitutto bisognerebbe che chi affitta un negozio a una piccola attività si convincesse a pretendere un canone un po’ più basso. In media le cifre, per chi non possiede un fondo di proprietà, sono davvero proibitive».
Magliocco, poi, punta il dito su una seconda questione: «Manca un’adeguata distribuzione delle botteghe nei dodici i chilometri dell’isola , così ci sono alcune zone, come il centro, che proliferano di locali ed altre sguarnite. E l’esempio dei bar vale anche per molti altri settori del commercio lidense». Soluzioni possibili? «Ci vorrebbe il distretto del commercio anche al Lido – conclude il massimo rappresentante dell’Ascom veneziana – e il Comune dovrebbe convincersi a mettere risorse in questo settore produttivo anche al Lido come sta facendo per la terraferma. Personalmente, anziché concentrarle in altre spese, se c’era qualche soldino da spendere lo avrei impiegato per mantenere la linea 2 di collegamento acqueo tutto l’anno fino al Lido, non solo d’estate. Vanno migliorati i collegamenti tra il Lido e il resto del centro storico». (L.M.)