Fino all’ultimo è stato impegnato in prima linea con tenacia, nonostante i problemi fisici. Nel pomeriggio di oggi, sabato 4 luglio 2020, si è spento Luigi Danesin, 88 anni, decano dei consulenti del lavoro, ma anche uomo di profonda Fede, attivo nella parrocchia di Santa Maria Elisabetta al Lido e con la Collaborazione pastorale dell’isola.
Personaggio notissimo in città per i suoi molti interessi e l’impegno sociale. Anche durante la lotta al virus, nonostante fosse “barricato” in casa, non aveva mancato, con l’ultracentenaria società veneziana “Duri i Banchi” di cui era presidente onorario e socio numero uno essendo iscritto dal 6 gennaio 1956, di portare il suo sostegno alla sanità veneziana attraverso l’acquisto di un’importante apparecchiatura.
Il decesso di Danesin all’ospedale civile di Venezia dove era stato ricoverato pochi giorni fa. Danesin per settanta anni ha incarnato la storia dei consulenti del lavoro a Venezia. E’ stato proprio lui proprio lui – come aveva confidato nel gennaio scorso in una lunga intervista a GV – insieme a pochissimi altri in Italia (Milano, Torino) negli anni ’50, grazie all’intesa e ad un rapporto speciale con l’allora ministro al Lavoro e alla Previdenza sociale (dal 1954 al ’57) Ezio Vigorelli a fare in modo che la professione fosse regolamentata da un albo. Un anticipatore dei tempi, di quella che sarebbe diventata la professione di oggi.
Per questo motivo a dicembre 2019 aveva ricevuto la targa quale riconoscimento alla carriera che l’Ordine dei Consulenti del Lavoro gli ha consegnato, a Villa Franceschi di Mira, in occasione dei festeggiamenti per i 40 anni di costituzione dell’ordine professionale, costituito per legge istitutiva nel 1979. Alla premiazione erano intervenute la presidente provinciale di Venezia Patrizia Gobat e la presidente nazionale Marina Calderone.
70 (gli anni di carriera), 40 (quelli dell’Ordine di categoria che lui aveva contribuito a fondare). Lo Studio Danesin, avviato insieme ai suoi due fratelli, nel lontano 1949, sotto la guida di Luigi Danesin ha avuto un boom: oltre a quella principale, sono state aperte sedi a Mestre e al Lido per assicurare una presenza sempre più capillare nel territorio coinvolgendo circa una quarantina di professionisti tra dipendenti e collaboratori.
Danesin è rimasto iscritto all’albo fino al 31 dicembre 2019, quando ha comunicato la rinuncia. Nella sua ultima intervista, con grande lucidità, aveva ricordato i punti fermi per lui importanti nella vita: “La famiglia e la fede – aveva detto – L’appartenenza da oltre 50 anni, alla Massoneria liberale adogmatica alla Gran Loggia d’Italia di piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi ha contribuito a tutto questo. Nulla a che vedere con altre Obbedienze o meglio gruppuscoli spuri (leggi P2) incontrollati e incontrollabili”. Alla famiglia Danesin le condoglianze di tutta l’équipe di “Gente Veneta”.