In calle del Fabro, a Dorsoduro, poco distante da campo San Barnaba, si trova l’atelier di Simona Iacovazzi, artista pugliese che realizza perle a lume e progetta oggetti di design in vetro. L’artista, che da sedici anni vive a Venezia, si è appassionata all’arte vetraria per caso: «Ero restauratrice di opere d’arte – racconta – quando alla mia ditta è stato affidato un cantiere a Venezia. Mentre ero qui, ho provato un corso di tre giorni di lavorazione al lume e mi sono appassionata a tal punto da trasferirmi in questa città».
Le sue opere puntano a portare avanti una tecnica tradizionale rivisitandola in chiave moderna e ispirandosi all’ecosistema lagunare: «La mia maggiore ispirazione viene dalla laguna – afferma l’artista – un ambiente assolutamente unico che ho la fortuna di poter osservare con la mia barca». Molte delle sue collane hanno le sfumature cromatiche dell’acqua salmastra, ma unici nel loro genere sono gli “isolari”: una sorta di collage di scarti di vetro uniti a formare delle immagini che possano ricordare un fondale marino. Nati dall’esigenza di non accumulare vetro, rappresentano una forma d’arte ecosostenibile. «Dietro ogni opera ci sono la ricerca e gli errori» commenta l’artista.
Altre opere più grandi e complesse, per esempio le lampade, sono progettate nel design da Simona Iacovazzi e sono poi realizzate dai maestri vetrai di Wave Murano Glass. «I nuovi progetti nascono nel periodo invernale – spiega l’artista – quando ci sono meno turisti e si ha più tempo per riflettere e lavorare diversamente».
Le sue opere sono molto apprezzate soprattutto dai veneziani: «Le mie clienti amano Venezia e sostengono l’artigianato – racconta Simona Iacovazzi – molte hanno continuato a comprare nel mio negozio anche durante la pandemia. Con tante di loro sono in amicizia, non c’è un rapporto solo venditore-acquirente».
Anche i turisti si recano nel suo atelier, non solo per acquistare, ma anche per partecipare a workshop individuali o a piccoli gruppi. «Non ho gli spazi per tenere un vero e proprio corso – spiega – ma tengo volentieri dei laboratori per far capire alla gente cosa significhi lavorare a lume, nella speranza che qualcuno si appassioni e possa poi seguire dei corsi più approfonditi».
Da quando vive a Venezia Simona Iacovazzi ha partecipato a quasi tutte le edizioni della Venice Glass Week e ad alcune della Venice Fashion Week. Nel 2012, anno di apertura dell’atelier a Dorsoduro, ha vinto un premio della rivista milanese Ottagono e negli anni ha esposto le sue creazioni in numerose fiere italiane ed europee tra cui Maison&Objet e il Macef. Quest’anno per la terza volta il suo negozio è stato segnalato da Homo Faber come bottega artigianale.
Camilla Pustetto