Sono stati ospitati due anni fa, da giugno a settembre, all’interno di Casa Famiglia San Pio X, alla Giudecca, per realizzare un docu-film che raccontasse le mamme – le vite, i sogni e le speranze future di ciascuna – ospiti della struttura veneziana. Si tratta di Eva Bearzatti e di Giorgio Santise, i due giovani registi che, attraverso il loro lavoro dal titolo “La casa delle mamme”, lo scorso giugno si sono aggiudicati il Premio Veneto Film Network alla 17aedizione di Euganea Film Festival. «Ci hanno proposto di vivere con noi per un periodo, per girare un docu-film che concludesse il loro percorso di studi nella scuola cinematografica dov’erano iscritti. L’idea ci è piaciuta subito tanto che abbiamo ospitato i ragazzi in casa nostra, nelle stanze che avevamo libere», racconta la responsabile della struttura Renata Allacevich, spiegando come Eva e Giorgio si siano perfettamente integrati nella realtà, aiutando in prima persona le ospiti e i loro bimbi nelle faccende quotidiane.
Se i primi giorni sono serviti per ambientarsi e per instaurare con le mamme – curiose ed accoglienti sin da subito – un rapporto di fiducia e confidenza, solo in seguito sono iniziate le riprese vere e proprie, all’interno e all’esterno della Casa. E quanto è stato girato è molto più, in realtà, di quanto non si veda nel film, poiché i registi hanno ripreso a tutte le ore del giorno e della notte. «Le mamme hanno raccontato la loro vita vissuta fino a quel momento – aggiunge Allacevich – confidando aspetti anche molto duri e pesanti: si tratta di testimonianze forti. Sono emersi anche i loro desideri, come avere una casa propria e una vita dignitosa insieme al proprio compagno. Insomma, ritrovare la normalità. Alcune ce l’hanno fatta per davvero, mentre per altre ci sono ancora punti oscuri». Ed è proprio a queste ultime che Renata Allacevich rivolge un pensiero, esprimendo la sua amarezza per le aspirazioni che avevano rivelato davanti alla macchina da presa ma che poi non sono riuscite a portare a termine. «E’ un film che vuole raccontare non tanto la struttura in sé – conclude – quanto piuttosto la vita delle ospiti. E molte di loro, dopo essersi riviste, si sono commosse. Perché vederlo? Per conoscere realtà diverse in un momento in cui c’è tanta chiusura, per rendersi conto che i problemi non vengono solo da lontano, ma li abbiamo anche vicino a noi: basta metterli a fuoco per iniziare a farci venir voglia di aiutare le persone». “La casa delle mamme” sarà proiettato, in via del tutto eccezionale, il 12 settembre alle 20.30 presso Palazzo Ca’ Zenobio, sede del Collegio Armeno di Venezia, nell’ambito della rassegna “Nuovo Cinema Libero”. E sulla locandina sono ritratte, in un disegno stilizzato, proprio le sei donne protagoniste del film. Ingresso libero.
Marta Gasparon