È il bagnino di salvataggio più vecchio d’Italia e quest’anno è pronto a festeggiare un nuovo record: il più premiato d’Europa. Ed è in servizio al Lido di Venezia. Dal 1949 ha conseguito il brevetto di salvataggio che ha mantenuto ininterrottamente fino ad oggi. E non ha alcuna intenzione di lasciare i “ferri del mestiere”. Da sessantanove anni ha il brevetto. «Brevetto che è tutt’ora in corso di validità – sottolinea con una punta di giusto orgoglio Benito Garbisa, per tutti semplicemente Pippo – a fine anno sono pronto a chiedere il rinnovo. E lo avrò. Alla Società Nazionale Salvamento di Genova mi vogliono tutti un gran bene e mi stimano. D’altra parte molti di coloro che oggi tengono i corsi di aggiornamento, e sono davvero bravissimi, li ho visti crescere».
Pippo è nato al Lido il 3 novembre del 1933. Ha già compiuto 84 anni ma non ha alcuna intenzione di andare in pensione. «Certo non sono più i tempi in cui stavo in spiaggia dalle 4 del mattino alle 10 di sera – racconta il decano dei bagnini – il titolo per raccontare la mia vita potrebbe essere “Io e il mare” – oggi ho una certa età ma continuo a prestare servizio come volontario, qualche ora al mattino. Vado a camminare con il mio nipotino acquisito. Si chiama Claudio ha 10 anni, e appena possibile prenderà anche lui il brevetto di salvataggio. Per adesso gli ho regalato la maglietta con la scritta salvataggio, lui ne va fiero ed è molto bravo».
Come trascorre, ora, le sue giornate, il decano dei bagnini italiani conosciuto anche a livello internazionale? «Non ho più l’obbligo tassativo degli orari sia chiaro – prosegue l’interessato – ma al mattino vado a camminare in diga e soprattutto nelle zone di spiaggia libera al Lido, per cercare di dare una mano dove c’è meno presidio e sorveglianza. Poi nel pomeriggio me ne torno a casa a riposare». Il segreto per tenersi in forma è semplice.
«Il Lido è l’ideale per tenersi in forma, passeggiate, anche d’inverno, poi qualche corsa in bicicletta e un po’ di palestra. Così, anche alla mia età, mi presento a giugno pronto a ricominciare». Racconta di un dato molto significativo. «Ho salvato 60 persone dall’annegamento in mare, tutte certificate – racconta – ho preso tante medaglie e ricevuto riconoscimenti e attestati. Ma non c’è soddisfazione o premio che possa trasmettere le emozioni del sorriso di una persona in difficolta in mare, tratta in salvo. Ecco io ho fatto il bagnino, perché volevo aiutare le persone. E nel mio piccolo penso di esserci riuscito».
Ricorda ancora, come se fosse storia di ieri, il giorno in cui ha conseguito, per la prima volta, il brevetto. «Era il 1949, lo ottenni sulla spiaggia del Des Bains, avevo 16 anni, perciò ero ancora minorenne, e per conseguire questo diploma ebbi bisogno della firma di mio papà. Ottenni il brevetto di salvataggio sotto la responsabilità dei miei genitori, fino a quando ho compiuto la maggiore età. Da allora la spiaggia è sempre stata la mia seconda casa». Così, quasi settanta anni fa, il giovane Pippo prese servizio nello stabilimento balneare avviato dal papà Spiridione nel 1918, appunto la spiaggia “Garbisa” all’inizio del lungomare Marconi, con ingresso dall’incrocio con via Colombo. E questa passione si è tramandata poi al figlio Luigi, che per anni ha gestino la spiaggia dell’Eurotel. Di generazione in generazione questa “missione” è arrivata fino al nipotino Claudio a cui vorrebbe il grande Pippo, un giorno, passare il testimone di tanta esperienza.
E proprio alle giovani generazioni non disdegna qualche prezioso consiglio. «Il mare è bello, ma anche molto pericoloso – ripete – dunque chi deve sorvegliare non si lasci incantare troppo dai telefonini e dalla tecnologia, piuttosto bisogna imparare a non distogliere mai l’attenzione dall’acqua. In questo modo, come è capitato a me si salvano vite umane». Ha ancora un sogno nel cassetto. «Vorrei incontrare quella persona, che oggi dovrebbe e abitare a Loreggiola in provincia di Padova che alcuni decenni fa ho salvato dall’annegamento al “Sorriso”. Lui all’epoca era un ragazzino. E ricordo ancora che quando iniziai la rianimazione con la respirazione bocca a bocca, quasi tutti lo davano per morto ed erano molto pessimisti. Invece poco alla volta si è ripreso, così come ricordo, come fosse adesso, di quando la sera andai a trovarlo all’ospedale al mare. Il primario Dalle Vacche mi disse che era fuori pericolo, riconoscendo la valenza e i meriti del mio soccorso. E’ stata una grande gioia. Vorrei avere l’occasione, ancora una volta, di incontrare quell’uomo, di sapere come sta e cosa ha fatto in questi anni».
La vita di Pippo è una lunga scia di medaglie, attestati, premi e onorificenze per la sua opera, tutta cuore e dedizione, nel salvataggio delle persone in difficoltà in spiaggia e al mare. Solo per citare qualche premio, tra i più recenti, ci sono, solo per fare alcuni esempi, il Premio Miramare, l’osella della Festa della Sensa, ma anche il Premio Bontà, la nomina a Cavaliere della Repubblica Italiana.
Pippo confida un altro desiderio, vorrebbe incontrare il Presidente della Repubblica e a tutti gli amici da un appuntamento a settembre: «Faremo una festa a settembre all’Hugaria – conclude – perché sono diventato anche il bagnino più decorato a livello europeo». Di record in record. Fino al prossimo rinnovo di brevetto.
Lorenzo Mayer