Dopo un 2017 da record per posti letto e presenze (arrivate a quasi 8 milioni tra stranieri e italiani e strutture alberghiere ed extra-alberghiere), il 2018 ha registrato un calo in termini di fatturato per le strutture ricettive veneziane. Lo ha detto questa mattina, in occasione della seconda edizione del “Venice hotel market”, Stefania Stea, vicepresidente Ava nonché organizzatrice della fiera che si è svolta nella Scuola di S. Giovanni Evangelista. Un evento dedicato ad albergatori e ristoratori da lei stessa descritto come un «bellissimo momento di scambio e condivisione di idee, il cui obiettivo è quello di riproporre, a Venezia, un turismo d’élite». Perché se da un lato il flusso turistico è rimasto costante, dall’altro lo scorso anno sono diminuiti quei visitatori che soggiornano in città per qualche giorno causando, appunto, un sensibile calo del fatturato. Basti pensare al periodo del Carnevale da poco conclusosi. «Un periodo di festa che si è ridotto. Quest’anno l’afflusso maggiore si è verificato nel primo weekend, con l’apertura del Carnevale nel Rio di Cannaregio. Il soggiorno medio – sottolinea Stea – si riduce sempre di più: spesso la gente si ferma in città solo un paio di notti, magari per partecipare ad una determinata festa in un palazzo. Nel caso del mercoledì prima del Giovedì Grasso, per esempio, le strutture erano vuote e con tariffe ridotte all’osso. Un abbassamento allucinante, in quanto non è svendendo che salvi il fatturato di un mese». Il prossimo banco di prova sarà il lungo ponte fra Pasqua e il Primo Maggio, a cui Venezia va verso il tutto esaurito.
Ed ecco che il cosiddetto contributo di accesso – come sostenuto dall’assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini – rappresenterebbe un importante incentivo non solo economico (che permetterebbe di riversare parte dei costi su chi usufruisce della città) ma anche concettuale. Dal momento in cui paga la tassa per entrare, il turista potrebbe essere portato a pensare che a quel punto convenga fermarsi qualche giorno. «E’ importante organizzare eventi di livello, capaci di portare un turismo di qualità a Venezia» ha aggiunto, sottolineando come in tal senso vada inteso ad esempio il salone nautico. Altro tema affrontato questa mattina è stato quello delle strutture extra-alberghiere. Dei circa 50mila posti letto attuali, quasi 25mila riguardano proprio questo settore. «Un’offerta che va mantenuta – le parole di Claudio Scarpa, direttore Ava – ma ridotta di numero». E l’assessore regionale Federico Caner ha tracciato una panoramica anche per ciò che riguarda il turismo in Veneto. «Il 2018 è stato un anno positivo, anche se di consolidamento. Chi arriva a Venezia deve capire che con un’ora e mezza di macchina può raggiungere le Dolomiti, le terme, le colline. E’ importante cercare di far parlare tra di loro i diversi territori: dobbiamo lavorare insieme perché tutti, seppur differenti, offriamo un prodotto validissimo».
Marta Gasparon