Una vita divisa tra preghiera e lavori manuali sull’esempio di San Francesco. È con questo stile semplice e concreto dedito nell’aiutare confratelli e parrocchiani che padre Sergio Zanchin, assistente ecclesiastico della collaborazione dei Frari, Tolentini, San Pantalon e San Polo, il 24 aprile festeggerà 90 anni, portati benissimo, con quell’energia e voglia di fare che lo contraddistinguono da sempre. I confratelli francescani dell’Ordine dei frati minori conventuali e i parrocchiani sono pronti a festeggiarlo.
Padre Sergio, nato a Camposampiero in provincia di Padova, fin da bambino ha frequentato l’ordine francescano, iniziando nel suo paese il percorso in seminario all’età di 13 anni, seguito dal noviziato alla Basilica del Santo a Padova, per poi essere ordinato sacerdote nel ’59 nel suo paese natale: «Il seminario era a pochi passi da casa mia, da piccolo mi trovavo lì per giocare con gli altri ragazzini», racconta padre Sergio. «La chiamata l’ho percepita poco alla volta. Servivo messa come chierichetto alla chiesa di Sant’Antonio del convento francescano vicino a casa e, inverno compreso, mi alzavo presto per andare a servire messa alle sei del mattino anche nella mia parrocchia di San Pietro e Paolo che era due chilometri distante da casa». Dopo l’ordinazione, nel ’60 come primo incarico venne mandato come vicerettore un anno a Pedavena, lì infatti aveva aperto il seminario e servivano la sua praticità e doti manuali. Poi fu a Brescia dove rimase per due anni in aiuto al seminario e al liceo interno dove ha insegnato matematica e fisica. Successivamente, dopo un anno a Rivoltella del Garda, venne mandato a Padova dove aiutò in seminario come economo e vicerettore e servì alcune parrocchie fino al ’72.
Da lì venne mandato ai Frari dove rimase ben ventidue anni fino al ’94: questa è la comunità in cui è rimasto per più anni e in cui si sono instaurati forti legami, tanto che ancora oggi, tornato in comunità dal 2017, dopo essere stato tre anni di nuovo a Padova e vent’anni al Sacro Cuore a Mestre, ha rincontrato volti amici e in particolare i ragazzi del gruppo Scout che seguiva all’epoca e che, ormai adulti, si sono costruiti una famiglia. «Qui ai Frari ho ritrovato molte persone che si ricordano di me, mi fermano per strada e mi salutano con affetto». Oggi padre Sergio ai Frari è di supporto alla comunità, in particolare celebrando messa nelle chiese di Tolentini, San Pantalon e San Polo. Inoltre, ogni 15 giorni tiene gli incontri del gruppo Masci, a cui spiega il Vangelo e l’enciclica Laudato Si. È un grande punto di riferimento per la comunità. I frati più giovani lo vedono spiritualmente come testimone concreto dello spirito francescano, prendendolo ad esempio.
Ma padre Sergio nel territorio della collaborazione è da tutti stimato e conosciuto anche per le sue doti manuali nella manutenzione e riparazione che vanno dalla falegnameria alla meccanica, dall’idraulica all’elettrotecnica. Insomma, un vero e proprio “factotum” che in ogni convento in cui è stato ha lasciato traccia del suo passaggio. «In comunità ancora oggi aiuto a riparare porte e serrature, inoltre curo il giardino dell’Archivio di Stato. L’altro giorno ho riparato la stufetta elettrica di una signora». Padre Sergio è anche la mente e il braccio della rappresentazione della Natività che ogni anno viene realizzata in Basilica ai Frari. Particolari sono le componenti elettriche che creano i movimenti, tanto apprezzate che a volte alcune famiglie gli chiedono un aiuto per realizzare i loro presepi. Ora sta già ideando il presepe del prossimo anno: «Quest’anno si celebrano gli 800 anni della regola preparata da San Francesco e del primo presepe che venne realizzato nel 1223. Vorrei che la Natività richiamasse quella di Greccio e sto pensando di realizzare la grotta all’interno della Basilica di Assisi. Fuori dalla porta a richiamare i passanti – anticipa – ci sarà un presepe luminoso in plastica con San Francesco messo al posto della stella». Ma padre Sergio, inoltre, come cappellano della Fincantieri si reca spesso a Marghera per la benedizione della posa della prima pietra, il varo e la consegna delle nuove navi, e per celebrare le messe di Natale e Pasqua. Le giornate di padre Sergio sono scandite in modo preciso: «Alla mattina studio, prego e poi esco e quando vado in tram non mi siedo mai».
Insomma, tenersi costantemente attivi e in movimento, con la voglia di essere sempre d’aiuto per gli altri, pare essere la ricetta per arrivare così in gamba alla sua età.
Francesca Catalano