All’anagrafe il suo nome è Giovannina Giantin, ma tutti la conoscono come Ginetta Tartari, per decenni voce di mille e più battaglie a difesa della sanità e dei diritti dei più deboli.
Venerdì 10 Ginetta festeggia 100 anni. Nata a Vigonovo, in provincia di Venezia, il 10 novembre del 1923, trascorrerà il compleanno in casa, in via Antonio Loredan al Lido, insieme ad un piccolo gruppo di parenti tra i quali i suoi cinque nipoti (figli dei suoi fratelli e della sorella) Daniela, Roberta, Sandro, Sandra e Luciano. Con la dolcissima signora Maria che l’aiuta in casa da più di dieci anni. Da qualche tempo ormai l’età avanzata l’ha portata a una vita riservata e casalinga. Diametralmente opposta al suo stile per decenni abituata a brandire il microfono, parlare in pubblico e ad essere in prima linea soprattutto per gli ultimi e i più in difficoltà.
Ginetta in gioventù era rimasta presto vedova, senza figli, dell’amato marito Luigi Tartari, vicepresidente della giunta regionale del Veneto negli anni Settanta. Da allora la sua vita è proseguita anche nel nome di Luigi. E’ stata apprezzata maestra elementare e ispettrice del servizio regionale delle mense scolastiche in Veneto prima della pensione. Donna di grande fede, anche oggi persevera nella preghiera e questo è il suo modo di dedicarsi agli altri. Finché le forze l’hanno sostenuta ha partecipato alla vita della parrocchia di Santa Maria Elisabetta frequentando con assiduità i gruppi di ascolto. Tra gli appuntamenti che l’hanno sempre fortificata, anche nel suo impegno civico, la recita del Rosario. Ginetta Tartari è stata tra i soci fondatori dell’Associazione Croce Bianca del Lido e della benefica “Una mano per tutti”, di cui è stata la prima presidente.
Impegnata nelle battaglie per la difesa della sanità al servizio dei cittadini, contro la chiusura dell’ex Ospedale al Mare ma anche per il potenziamento del San Camillo. Quando furono chiusi i reparti dell’ex ospedale al mare, fu lei per prima a chiedere e ottenere l’apertura del secondo ingresso del monoblocco, quello che oggi è l’ingresso del distretto sanitario del Lido per fare in modo che anziani, e chi faceva difficoltà a deambulare, non dovesse affrontare una lunga, difficoltosa e spesso desolante passeggiata tra i padiglioni vuoti e in disuso. Per la sanità del Lido riuscì, con pochi amici, a raccogliere in pochi giorni ventimila firme. Tutta la sua isola oggi la festeggia con un augurio di buon compleanno di cuore, a cui si unisce volentieri anche la redazione di “Gente Veneta”.
Lorenzo Mayer