Una cinquantina di “smanettoni” che, tutti insieme, programmano ininterrottamente per 48 ore a caccia di nuove app da consegnare alla pubblica amministrazione. A chi ha poca dimestichezza con il digitale può sembrare pura follia, ma è proprio ciò che succederà il 7 e l’8 ottobre nella sede delle Zattere di Ca’ Foscari – oltre che a San Francisco e in altre 19 città italiane – con Hack.Developers, la maratona di programmazione promossa in laguna dall’ateneo veneziano e da Venis Spa, la partecipata del Comune che si occupa di digitale (info: https://hack.developers.italia.it/). «Dalle 10 del mattino del 7 – spiega il direttore generale di Venis Alessandra Poggiani – fino alle 19 dell’8 ottobre in 20 città italiane ci saranno questi hackathon, sessioni senza interruzione in cui giovani sviluppatori, programmatori, amatori lavoreranno su un tema, una sfida, che sarà resa nota a inizio maratona, ma che riguarda le applicazioni per i servizi pubblici.
Già 40 iscritti. Abbiamo per ora una quarantina di persone registrate, tutti ragazzi dai 17 ai 25 anni: studenti di informatica di Ca’ Foscari, studenti dell’ultimo anno dello Zuccante, ma anche persone singole, autodidatti o semplici amatori». Alla fine della maratona tutti i gruppi di tutte le città metteranno in comune ciò che hanno realizzato, i progetti più meritevoli saranno portati a Roma per essere diffusi su tutto il territorio nazionale e quelli locali fattibili saranno implementati e messi a disposizione. Tanta concretezza, dunque, in questa iniziativa: Venis, infatti, metterà a disposizione i propri open data spingendo i partecipanti a sviluppare le idee su dati veri. «Si vuole dare un’occasione – aggiunge Poggiani – a chi vuole fare questo mestiere o si diletta nel tempo libero con la programmazione di rendere utile questo suo interesse».
App per i trasporti o per l’anagrafe… La sfida potrebbe essere lanciata nel settore del trasporto pubblico, ad esempio con app per itinerari o per acquistare biglietti dell’autobus, ma anche dell’anagrafe, per i certificati on line, o dei servizi sociali, «tutti servizi – conclude – che o già sono offerti sul canale digitale ma solo parzialmente o non ci sono proprio. Il valore aggiunto è che saranno proprio i cittadini a programmare, dal loro punto di vista. Un ragazzo può avere esigenze diverse da quelle individuate dal Comune. La sfida, poi, potrebbe essere anche legata al nuovo design di un servizio che è già disponibile sul web». Creatività e tecnologia no stop, insomma, per pubbliche amministrazioni sempre più al passo con i tempi.
Chiara Semenzato