Come rendersi utili in caso di acqua alta a Venezia? La drammatica alta marea, che lo scorso 12 novembre ha messo in ginocchio il centro storico, ha portato anche l’Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani) di Venezia, centro storico e isole, con i suoi sei gruppi, ad interrogarsi su questo argomento.
Ed è iniziato un percorso che vuole arrivare a produrre fatti concreti. Il primo step è stato domenica 16 nel patronato dei Frari, dove si è tenuto un incontro tra i capi scout della Zona e l’incaricato regionale alla Protezione civile dell’Agesci Veneto Enrico Bonato. «L’incontro di domenica – spiega il responsabile di Zona Francesco Campostrini – ha rappresentato una sorta di kick-off del nostro percorso sul tema dell’emergenza acqua alta in città. L’obiettivo è quello di produrre risposte, magari anche piccole e semplici, ma concrete».
Le azioni da fare “in tempo di pace”. Occorre farsi trovare pronti. «Ci si è concentrati per esempio su tutte quelle attività di supporto che si possono fare in quello che, in termine tecnico, viene inquadrato come “tempo di pace”, ovvero quando l’acqua alta non c’è. Si possono per esempio censire le persone del nostro quartiere che vivono nei piani bassi e che quindi, in caso di acqua alta, possono avere problemi, in particolare soffermandosi sulle persone sole e più fragili che possono subire i danni maggiori. Censirle significa poi essere pronti ad intervenire nel momento del bisogno. Oppure avere una mappatura precisa delle chiese della città e sapere a che quota di marea ciascuna chiesa rischia di finire sotto acqua». Questi i primi due passi per una opportuna ricognizione.
Le azioni durante l’emergenza. «Poi durante l’emergenza rendersi utili per cose pratiche, concrete e operative – riprende Campostrini – ma rendersi utili anche per un affiancamento nel lavoro di segreteria, per esempio rispondendo al telefono e occupandosi di indirizzare, nel modo più corretto possibile, richieste e disponibilità, che possono arrivare da molte parti diverse in un momento così concitato. Abbiamo chiesto poi, proprio anche come incaricati di Protezione civile, di poter far parte di un tavolo operativo a livello comunale che venga attivato nel caso di emergenza». Questa richiesta, fatta a livello comunale, ha dato un primo riscontro positivo.
Lorenzo Mayer