Muore un ex detenuto del carcere di Venezia, che nel periodo di detenzione aveva ritrovato la speranza grazie alla fede e si era poi sistemato dal punto di vista lavorativo facendo l’apicoltore. Sull’ultima edizione del foglio parrocchiale delle comunità di San Cassiano e San Silvestro il parroco, don Antonio Biancotto, ha voluto raccontare, conservando l’anonimato, la storia di un ex carcercato che ha vissuto una storia di conversione e cambiamento riscoprendo la fede. La settimana scorsa era stato raggiunto da una telefonata di un amico che lo avvisava dell’imminente morte di R., ex detenuto che aveva commesso sempre piccoli reati, ma che si era ritrovato a cadere in una spirale discendente. La pastorale carceraria, con il suo gruppo di volontari, aveva aiutato R. – accompagnandolo nel ritrovare la fede dimenticata – a tornare economicamente autonomo, sostenendo la sua passione per l’apicultura. Da allora il Charity-shop dietro alla chiesa di Santa Maria Mater Domini ha sempre venduto il suo miele, a chili. Appena ricevuta la notizia, don Antonio è corso a Chioggia per amministrare l’Unzione degli infermi. «Lo conoscevo bene – scrive – avevamo confidenza per questo gli ho detto subito: “Vuoi confessarti e ricevere Gesù nella Comunione?”. Mi ha risposto di sì. Così ha affidato per l’ultima volta la sua vita e i suoi errori». Subito dopo, racconta don Biancotto, R. ha ricevuto anche il sacramento dell’Unzione. Al momento del viatico è connessa anche, secondo una antica norma della Chiesa, l’indulgenza plenaria. Tre giorni dopo è giunta la notizia della sua scomparsa.
Riscoprire la fede, anche fuori dal carcere. A Gente Veneta don Antonio racconta la sua gratitudine e, al tempo stesso, le sue preoccupazioni per tutti i fedeli: «Si è trattato di un momento bellissimo, un dono di grazia. Spesso mi capita di vivere esperienze di questo tipo con i carcerati. Sono persone che hanno perso tutto e che ricevono da Gesù una vera rinascita. Però già nel foglio parrocchiale scrivevo che mi turba pensare che tanti altri, che non hanno sofferto problemi con la giustizia, fatichino così tanto ad incontrare il Signore». Come aiutare dunque i fedeli a scoprire la grazia dei sacramenti nel momento della prova? «Come dicevo ai miei parrocchiani – conclude – mi piacerebbe poter dire ai cristiani che vivono i loro ultimi momenti che il conforto religioso è veramente un conforto! Lo dico anche ai familiari: chiamatemi, chiamate i sacerdoti per questo dono».
Marco Zane