Un’ottantina i nuclei familiari della Giudecca sostenuti dai frati Cappuccini del Redentore, che nel Gritti Palace hanno trovato un’alleato prezioso grazie al progetto “Siticibo” del Banco Alimentare. «Un’iniziativa che ha compiuto vent’anni l’anno scorso. Il nostro ruolo iniziale è quello di coordinare il donatore con l’associazione supportata. Dopodiché garantiamo la tracciabilità di questa operazione, rilasciando la certificazione di ciò che è stato offerto», spiega Adele Biondani, presidente del Banco Alimentare del Veneto, che fin da giovanissima ha collaborato al suo sviluppo insieme al padre.
La sinergia fra Gritti Palace e Cappuccini veneziani è stata raccontata il 6 febbraio scorso in occasione di una cena – ospitata proprio nell’hotel di lusso della città d’acqua, impreziosita dai piatti dello chef Alberto Fol – a sostegno delle attività portate avanti ogni giorno dal Banco Alimentare.
La collaborazione con il Gritti, avviata a fine 2023, consente ai frati del Redentore di risparmiare in media circa 200-300 euro al mese in termini di spesa. «E proprio quanto risparmiato – racconta fra Francesco Daniel, superiore del convento – lo reinvestiamo in prodotti da acquistare per le persone da noi sostenute attraverso il progetto “Dona la spesa”. Una volta alla settimana andiamo al Gritti a recuperare le eccedenze della cucina: pane, frutta, primi e secondi… una quarantina di chili di cibo settimanali». Ciò che avanza dai pasti dello staff e da quanto servito agli ospiti dell’albergo. I prodotti ricevuti vengono in parte destinati alle famiglie della Giudecca in difficoltà, il resto lo tengono per sé i 14 frati, che a quel punto utilizzano la cifra risparmiata per comperare il necessario per i bisognosi: una spesa che normalmente si aggira sui 1000 euro mensili.
«Le persone che usufruiscono del nostro servizio una volta al mese (mentre a Natale e a Pasqua anche due), sono 220-230, pari a circa 80 nuclei familiari. Diamo loro uno scatolone – illustra il superiore – contenente generi alimentari, oltre che prodotti per l’igiene personale e per la pulizia della casa. Si tratta di residenti in isola, a volte indicati anche dai Servizi sociali, che faticano ad arrivare a fine mese. Persone di cui ormai conosciamo la situazione». Prima di poter essere inseriti nel progetto, gli utenti vengono invitati ad un colloquio conoscitivo. «Andiamo anche a visitare le famiglie, per capire dove il bisogno stia effettivamente: ci sono casi in cui il problema consiste in una cattiva gestione del patrimonio o in cui i risparmi vengono spesi nella ludopatia». Fondamentale, per fra Francesco, il ruolo dei volontari delle realtà parrocchiali di Redentore, Sacca Fisola e Sant’Eufemia, impegnati nella preparazione degli scatoloni e nella gestione di spesa e magazzino. C’è poi un gruppo incaricato di portare i prodotti, per quanti lo richiedono, a domicilio. «Questo progetto è iniziato in tempo di Covid, quando assistevamo 100-120 nuclei familiari. Molti avevano perso il lavoro. Fortunatamente qualcuno non ha più avuto bisogno di essere aiutato, ma l’iniziativa è comunque andata avanti. D’altronde il Covid ha fatto emergere criticità che prima erano soltanto sotto traccia. In questi anni abbiamo dato una mano a migliaia di persone».
Marta Gasparon