Addio all’esodo in terraferma per molti pazienti veneziani: questo l’obiettivo dietro l’annuncio che l’ospedale San Raffaele Arcangelo Fatebenefratelli si avvia all’apertura di sedici nuove specialità ambulatoriali, che si aggiungono alle cinque già presenti nella struttura.
Il progetto, autorizzato da Azienda Zero a fine 2021, si inserisce nell’azione di recupero delle prestazioni sospese a causa della pandemia su cui Regione e Ulss 3 Serenissima stanno puntando, per dare la possibilità anche all’ospedale di poter fare la propria parte nel ristabilire i livelli di offerta assistenziale pre-Covid per i cittadini. «Si tratta di un cambiamento importante – spiega Marco Mariano, Direttore della struttura, – verso cui ci ha spinto la consapevolezza che la comunità di Venezia merita e ha bisogno di avere un punto di riferimento con più specialità possibili per migliorare la qualità e la facilità dell’accesso alle cure in città». Venezia è infatti un luogo unico, con criticità specifiche: trasporti, barriere architettoniche e una popolazione di età avanzata.
Offerta sanitaria a Cannaregio. Concentrando l’offerta direttamente a Cannaregio, l’ospedale specializzato nelle cure riabilitative, potrà così offrire le prestazioni di medici italiani selezionati per profilo e competenze in 16 nuove specialità: Geriatria, Medicina generale, Terapia del dolore, Neurochirurgia, Chirurgia vascolare, Medicina del lavoro, Dermatologia, Psichiatria, Neurologia, Otorinolaringoiatria, Urologia, Ostetricia e ginecologia, Oculistica, Ortopedia e Traumatologia, Allergologia e Malattie endocrine del ricambio e della nutrizione. «Lavoriamo in risposta ai bisogni sanitari che emergono dai cittadini», aggiunge Fra Marco Fabello, Priore del San Raffele: «Aprire le porte di nuovi ambulatori rappresenta un avvicinamento alle persone». I servizi saranno fruibili per tutti inizialmente in regime privato tramite Cup, ma l’obiettivo, oltre ad aprire canali di prenotazione online, è quello di convenzionarsi con il Sistema Sanitario Regionale anche per le nuove specialità. La nuova offerta coincide col rilancio dell’intera struttura, che si presenta anche con un rinnovato personale infermieristico. «Gli ultimi concorsi pubblici hanno assorbito molte risorse delle strutture private e religiose – ricorda il Priore – a farne le spese sono stati i cittadini per cui sono stati ridotti i servizi dei presidi sul territorio». Grazie alle buone relazioni con il Brasile da parte del Fatebenefratelli, la struttura avrà una squadra di 13 infermieri carioca. La presenza dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio incide sulla qualità del servizio: «La persona è sempre al centro», sottolinea il direttore Mariano: «L’espansione della nostra offerta garantirà di ridurre gli spostamenti dei pazienti verso altre strutture avendo gli specialisti all’interno». E questo, ricorda, «ottimizza anche il lavoro degli operatori che non devono gestire uscite, rientri e spostamenti».
Un nuovo management. Si tratta quindi di una grande sfida a cui il San Raffaelle si è preparato con un nuovo management di recente nomina e con la continuità e l’esperienza della compagine religiosa. «Abbiamo affidato a livello di ordine la gestione ai laici per concentrarci sul mantenimento dei nostri valori fondamentali – precisa fra Marco – garantendo un legame forte con la comunità attorno agli ospedali». Basti pensare che a Venezia il cappellano dell’ospedale è il sacerdote della parrocchia, che conosce quasi tutti i pazienti e le loro famiglie. Questa organizzazione permette di realizzare la volontà della Chiesa di inserire il settore sanitario in una visione che lo consideri un tutt’uno con il territorio. «In questo modo – conclude – l’ospedale è parte integrante della parrocchia».
Massimiliano Moschin