Il rischio zero non esiste. Ma a San Marco lo riducono al minimo. È quasi trascurabile nell’ordinarietà, è modesto quando è attivo un cantiere.
«Proteggere completamente un cantiere – spiega l’ingegner Davide Beltrame, della Procuratoria di San Marco – è impresa molto difficile. L’incendio di Notre-Dame sembra dimostrarlo: le fiamme sembrerebbero essersi sviluppate in una zona non protetta del cantiere in corso».
Tutelarsi, durante dei lavori di restauro, a Venezia passa per un preciso protocollo: «Ogni sera, terminato il lavoro – prosegue Beltrame – viene tolta l’alimentazione della corrente elettrica in tutta l’area di cantiere. Ed estintori sono posti in modo diffuso. Ma è estremamente difficile approntare un sistema di allarme pari a quello che c’è nell’ordinarietà».
Nell’ordinarietà, infatti, sono operativi due sistemi. Il primo è di rilevamento fumi mediante aspirazione. È il sistema più veloce, che avverte precocemente di un pericolo. Dei sensori analizzano continuamente la qualità dell’aria, in particolare nei sottotetti dove c’è la maggior quantità di legno. Così, non appena avvertono un alito di fumo, vanno in allarme.
Poi, in contemporanea, è attivo un sistema di spegnimento fiamme mediante acqua nebulizzata. Si attiva quando il pericolo si fa più marcato, cioè quando i sensori avvertono non solo fumo, ma un aumento anomalo di temperatura. In quel caso dagli ugelli diffusi nell’ambiente parte lo spruzzo nebulizzato di acqua.
Infine, nell’emergenza più drammatica, quando si sviluppasse un vero incendio, l’area della Basilica è dotata di manichette antincendio, alle quali i pompieri possono collegarsi con rapidità per prendere acqua. La rete antincendio, nata all’indomani del rogo della Fenice, è uno strumento efficace, specie a Venezia, dove è difficile arrivare – velocemente ed efficacemente – con mezzi di salvataggio.
«Perché il problema principale – conclude l’ing. Beltrame – è arrivare nei posti dove è difficile portarsi. È un problema diffusissimo in tutta Venezia e, in generale, nei centri storici. Noi a San Marco ci attrezziamo anche aumentando al massimo la conoscenza dei luoghi. Faremo partire a breve dei corsi cui parteciperanno tutte le squadre di vigili del fuoco di Venezia. L’obiettivo è che arrivino a conoscere a fondo anche gli angoli più reconditi della Basilica». Sperando che questa competenza resti solo cultura.
Giorgio Malavasi