All’Ospedale Civile non sarà più necessario separare mamma e neonato per la fototerapia: «Per la cura dell’ittero a bilirubina indiretta, una patologia che colpisce i neonati, abbiamo da oggi a disposizione un’apparecchiatura – spiega il Primario di Pediatria, il dottor Luca Ecclesio Livio – che può essere utilizzata direttamente al letto della mamma, per tutto il tempo del trattamento, che dura diverse ore. Non trasferiamo quindi più il neonato nel nostro Nido medicalizzato, come eravamo costretti a fare, e non interrompiamo più, così, la continuità del rapporto tra mamma e figlio».
Quando un neonato è affetto da ittero a bilirubina indiretta, è necessario sottoporlo ad un trattamento con luce emessa da lampade fluorescenti – in termini tecnici “fototerapia” – che dura, per ogni sessione, 24 ore. Per queste 24 ore il neonato, fino ad ora, veniva trasferito dalla stanza di Ostetricia, al II piano del Padiglione Jona, giù presso gli ambulatori del Nido, in Pediatria, al piano terra dello stesso Padiglione. Oggi l’Ospedale ha ricevuto, dono di alcune associazioni veneziane, una strumentazione per la fototerapia che è portatile, e che è possibile agganciare alla culla del neonato. Si crea in sostanza una postazione mobile per la somministrazione della terapia: «Grazie a questa nuova apparecchiatura e al suo utilizzo – sottolinea il Primario Livio – il neonato resta al fianco della mamma anche nelle 24 ore di terapia. La mamma, così, non solo non è costretta a scendere dalla sua stanza al Nido più volte nelle 24 ore, ma non interrompe il contatto diretto con il suo bambino, importante in questi primi giorni. La mamma può anche interrompere la terapia, con un semplice pulsante, per il tempo necessario all’allattamento, o anche per cambiare il figlio, e questo avrà certamente anche un effetto benefico sull’allattamento al seno».
«Questo nostro Ospedale – sottolinea il Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato – fornisce le migliori opportunità ai propri degenti, anche attraverso la disponibilità di quelle strumentazioni che rendono può semplice ogni passaggio di cura e di assistenza. La disponibilità dei donatori, ancora una volta, ha saputo concentrarsi sull’acquisto di una strumentazione utilissima. Si alza anche attraverso questa collaborazione con i cittadini e le associazioni, che si schierano al fianco dell’Ospedale di Venezia, il livello dell’offerta sanitaria. Un Ospedale di primo livello, come dev’essere l’Ospedale di Venezia, sa così dimostrare la propria attenzione alle persone in cura, anche in quegli aspetti di comfort che sono propri, appunto, degli Ospedali meglio organizzati».
La nuova strumentazione è un dono fatto alla Pediatria a partire dal contributo di alcune associazioni veneziane: l’associazione benefica “Una mano per tutti”, il Progetto Bee, la Ditta GeG, “Wellness e Fitness”, Banci Marco, il Rotary Club Venezia, con l’interessamento del Generale Pasquale Debidda. Come accade ormai da qualche anno, a coordinare la raccolta di fondi a favore della Pediatria, è stata l’associazione “Papà Renzo”: «A nostra volta, mentre consegnamo questa strumentazione al Reparto – ha sottolineato Doriana Vianello, segretaria del Consiglio Direttivo – siamo lieti di confermare il nostro ruolo di sensibilizzazione e di coordinamento. Nell’Ospedale Civile ci rapportiamo con specialisti di prim’ordine, e siamo orgogliosi di supportarli con la nostra attività di raccolta fondi, per fornire strumentazioni come quella consegnata oggi nelle mani del Primario Livio e del direttore dell’Ospedale, il dottor Graceffa».