Si è conclusa a fine novembre la prima fase del Progetto dei “Corridoi Umanitari” al Lido. O meglio: il progetto di accoglienza è ufficialmente chiuso come da programma, ma prosegue nel quotidiano il lavoro messo in piedi dalla rete di associazioni (non solo ecclesiali) volto al sostegno, a livello affettivo, delle singole persone. La famiglia di siriani drusi provenienti da Damasco (marito, moglie ed un figlio di 10 anni che frequenta quest’anno la prima media alla “Vettor Pisani” del Lido) si è ben inserita al Lido. Per alcuni aspetti cammina già con le sue gambe, ma per altri non è ancora del tutto autonoma ed ha bisogno di aiuto. Ecco perché, anche se il progetto di accoglienza è formalmente concluso, il sostegno va avanti.
La Comunità pastorale del Lido si era impegnata a garantire per 14-15 mesi, il pagamento dell’affitto dell’abitazione. A questo si aggiungono i contributi della diaconia della Chiesa Valdese. L’accoglienza rientra nell’ambito del progetto “Mediterrean Hope”, avviato a livello nazionale, nato da un protocollo d’intesa tra Ministero degli Affari Esteri e dell’Interno e promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia, insieme alla Comunità di Sant’Egidio e la Tavola Valdese. A promuoverlo, qui a livello lacale, è stato un gruppo trasversale di associazioni, presenti al Lido, con diverse sensibilità e carismi, ma tutte decise a mettere insieme le forze per questo progetto. Insieme alla Comunità pastorale del Lido ci sono il circolo Arci “Pablo Neruda”, l’associazione “Il Villaggio”, “Sos Diritti”. Ciascuna associazione ha avuto un compito specifico e un aspetto dell’accoglienza.
L’obiettivo dell’iniziativa era quello di fare in modo che, al termine del progetto, la famiglia accolta possa, pian piano rendersi autonoma. E anche al Lido si sta andando in questa direzione, anche se ci sono altri passi da compiere. Il problema principale è ancora quello del lavoro: al momento solo la mamma ha trovato un impiego stabile, lavorando in un albergo a Venezia. Il papà, invece, fa ancora lavori saltuari, qualche ripetizione, ma il suo sogno sarebbe quello di insegnare a scuola. Il ragazzo, invece, è perfettamente inserito: a scuola i suoi risultati sono eccellenti, pratica sport, in particolare gioca a tennis. Per fare un ulteriore passo avanti nell’inserimento, la famiglia sta frequentando un corso avanzato di italiano che permetta una sempre maggiore padronanza della lingua, aspetto fondamentale anche per poter intercettare nuove proposte lavorative. E con la rete dei volontari è nata e si è consolidata una bella amicizia: in questa esperienza, il Lido ha mostrato il suo volto più bello.
Lorenzo Mayer