Da settembre, dopo sette anni di dirigenza al Convitto Foscarini, il Rettore Massimo Zane andrà in pensione. Diventato Rettore nel 2015, consapevole della responsabilità del proprio compito, ha affrontato in questi anni non poche difficoltà. Su tutte la pandemia, ma non solo.
«Scegliendo come sede il Foscarini – dice tracciando un bilancio – sapevo che ciò avrebbe richiesto un grosso impegno, ma speravo di potermi dedicare anima e corpo a capire questa realtà. Purtroppo nei primi tre anni così non è stato perché ho conservato anche la reggenza in un istituto tecnico di Mestre». Il Rettore racconta il primo impatto con la scuola: «Sono rimasto subito colpito dalla quantità di mandati da firmare. Ho avuto però la fortuna di avere uno staff preparato che mi ha affiancato in questi anni». Il periodo più difficile è stato quello della pandemia: «Un disastro. Avendo il convitto e la refezione, il Foscarini ha dovuto affrontare non solo i problemi delle altre scuole, ma anche quelli degli alberghi». Allo scoppio della pandemia i convittori cinesi dell’istituto erano rimasti bloccati ed è stato organizzato un aereo appositamente per loro per farli tornare in patria. «Il secondo anno è stato forse anche più difficile, sia per me sia per la professoressa Bottin, responsabile Covid. Non avevamo un momento di riposo», racconta. Molti i motivi di soddisfazione. Il Rettore rammenta in particolare l’approvazione del Comune a considerare il FoscaMUN e le altre conferenze internazionali della scuola come progetti di Alternanza Scuola-Lavoro prima e di “Percorsi per le Competenze trasversali e di orientamento” poi.
«Ho apprezzato molto le collaborazioni e i rapporti con le altre scuole dei Paesi europei ed extra-europei, in particolare con il Colegio Carol Baur di Città del Messico, fondatore e organizzatore della conferenza BiMUN. Proprio quest’anno il Foscarini è stato invitato per la prima volta anche alla conferenza che si terrà in agosto dalla Shizuoka Seiko Academy a Shizuoka city in Giappone». E poi il rapporto con i docenti, il personale, ma anche con gli studenti: «Ho trovato alcuni studenti con i quali potevo parlare tranquillamente anche di argomenti culturali mantenendo il mio ruolo di preside, ma senza farlo pesare».
Proprio agli studenti presenti e futuri offre dei consigli: «Agli studenti che verranno dico di sfruttare questi anni, mentre a quelli che si sono appena diplomati dico che adesso è il momento di portare avanti ciò che a loro piace davvero e di compiere delle scelte». A proposito di percorsi di studio, la carriera del Rettore – iniziata con il liceo scientifico ma proseguita con una laurea in lettere – dimostra nel concreto che sapere umanistico e scientifico non sono agli antipodi. E spiega come il concetto di “studi classici” vada in qualche modo rivisto: «Pitagora non era un classico? Classici sono anche gli scienziati. È assurdo pensare che non ci siano collegamenti tra sapere umanistico e scientifico. Con l’espansione dello scibile, la settorializzazione è inevitabile, ma penso che un liceo debba offrire di più». E infatti il Foscarini ha sempre curato l’ambito scientifico: gli indirizzi Classico ed Europeo offrono da anni il potenziamento di matematica in orario curricolare e progetti Pcto di informatica, astrofisica, logica e biologia. «Mi dispiace non aver curato abbastanza le collezioni della scuola – conclude con una punta di rammarico il Rettore, riferendosi all’ampio patrimonio librario, ma anche agli strumenti scientifici acquisiti nell’Ottocento – ma ho intenzione di rimediare occupandomene durante la pensione». Camilla Pustetto