Mille nuove case a Venezia, per un totale di tremila residenti circa (in media tre per appartamento). Questa è la proposta che il Cerv vuole fare alla città per frenare lo spopolamento e favorire una residenzialità a costi sostenibili. È il “Modello Venezia”, un piano articolato, studiato insieme allo Iuav dalla società di ricerche Smart Land. Viene presentato a Palazzo Franchetti (San Marco, 2847) venerdì 25 gennaio, alle ore 10, in una conferenza che vedrà presenti anche l’assessore all’Urbanistica del Comune di Venezia Massimiliano De Martin e il presidente di Ance Venezia Ugo Cavallin.
Venti siti tra Venezia e Giudecca. Secondo questo studio i mille nuovi appartamenti potrebbero essere realizzati in venti siti localizzati nel centro storico e alla Giudecca. Si tratta sia di aree private che demaniali o di proprietà di altri enti pubblici. Cerv propone di concedere il diritto di superficie alle famiglie perché possano ricavare degli immobili ad un costo di circa duemila euro al metro quadro: una modalità quindi più facilmente sostenibile rispetto ai prezzi di mercato che, a Venezia, sono quantomeno il doppio se non il triplo. Il Consorzio Cerv, nato a Mestre nel 1978, spegne quest’anno le quaranta candeline: ha alle spalle una esperienza che lega una trentina di cooperative edilizie, con 2356 case costruite fino ad ora. E adesso lancia la sua proposta per Venezia, riprendendo una modalità già sperimentata a Cortina d’Ampezzo, altra località dove il mattone si vende a peso d’oro.
Da Cortina al “Modello Venezia”. «A Cortina – spiega a GV il presidente del Cerv Claudio Pianegonda, anticipando alcuni contenuti della conferenza – siamo riusciti a promuovere una operazione simile grazie all’intervento e all’aiuto del comune ampezzano: questo ha reso possibile la realizzazione di sessanta unità abitative». Si tratterebbe dunque di un esperimento già riuscito in Veneto, che il “Modello Venezia” vorrebbe riproporre su più vasta scala, con l’aiuto degli enti locali. «Le statistiche ci dicono che in dieci anni la popolazione di Venezia potrebbe diminuire di altre cinquemila-seimila persone – continua Pianegonda – ma realizzando nello stesso intervallo di tempo mille alloggi, per circa tremila nuovi residenti, possiamo contribuire a frenare questo trend».
In soccorso del ceto medio. Infatti per descrivere l’emergenza abitativa a Venezia si potrebbe parafrasare il titolo di un celebre romanzo: non è un paese per giovani. Per Pianegonda «tra fiscalità e prezzi di mercato proibitivi le famiglie del ceto medio sono penalizzate, parlo soprattutto delle famiglie con due stipendi, che oltretutto non hanno i parametri per accedere alle graduatorie pubbliche per l’edilizia popolare. Ma il ceto medio è quello che di fatto sostiene la vita di una città». La proposta del Cerv si rivolge dunque a queste famiglie per aiutarle concretamente a vivere a Venezia. Il prossimo passo, dopo la presentazione di venerdì, sarà coinvolgere concretamente il Comune: «Vogliamo presentare il nostro progetto al sindaco Brugnaro: siamo disposti a metterci in gioco per realizzare metà di questi mille alloggi e siamo disponibili ad offrire il nostro know-how alle famiglie che vorrebbero formare una cooperativa: è una proposta che si ispira al principio di sussidiarietà». Di tutto questo si parlerà appunto venerdì mattina a Palazzo Franchetti nel convegno promosso da Cerv (il programma consultabile all’indirizzo: http://www.cerv.net), al quale interverranno, insieme a Ugo Cavallin, presidente Ance, e all’assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin, anche Ugo Campagnaro, presidente di Confcooperative Veneto, Fiorella Angeli, coordinatrice della ricerca Smart Land, Federico Della Puppa, responsabile area dello Iuav, Anna Buzzacchi Presidente dell’Ordine degli Architetti di Venezia.
Marco Zane