Dopo quasi un anno di chiusura ha riaperto da alcuni giorni, con regole tutte nuove, il charity shop “Usa e non getta” ai Carmini. Le volontarie hanno infatti deciso che, vista l’impossibilità di attuare una corretta igienizzazione, per motivi di sicurezza per ora non verranno più venduti né accettati vestiti usati. Coloro che però si trovano in difficoltà possono richiedere gratuitamente vestiti, scarpe e coperte che sono rimasti in giacenza dallo scorso anno. Basta solamente depositare nella buca della posta del charity un foglio con i propri recapiti indicando ciò di cui si necessita e la taglia. «Abbiamo lasciato scritte tutte le indicazioni in vetrina. Appena possibile noi volontarie prepariamo un sacco con gli indumenti richiesti e poi contattiamo l’interessato per dirgli quando venire a prendere le cose. Non sarà possibile provarsi gli indumenti, ma solo ricevere il pacco con le cose già destinate» spiega Maria Valeria Cristofori, volontaria del charity fin dal primo giorno.
Mercatino aperto due giorni la settimana. Per quanto riguarda invece l’oggettistica, visto che quella donata può essere sanificata, il mercatino dell’usato è aperto due volte alla settimana: il martedì pomeriggio dalle 16 alle 18 e il venerdì mattina dalle 9.30 alle 11.30. I giorni e gli orari sono molto ridotti dal momento che di ventidue volontarie che c’erano l’anno scorso ora, per via della pandemia e la paura del contagio, ne sono rimaste solo quattro: «Moltissime di noi sono anziane o hanno i mariti con importanti patologie» spiega la signora Maria. Il protocollo adottato dal charity è altamente attento alle misure di sicurezza: le persone non possono accedere all’interno degli spazi ma solo richiedere di visionare gli oggetti in vetrina che vengono mostrati loro sull’uscio della porta: «Ogni persona munita di mascherina è invitata a disinfettarsi le mani, inoltre chiunque vorrà visionare gli oggetti prima di un eventuale acquisto verrà fornito di un paio di guanti» dice la volontaria.
Aiuti a varie realtà benefiche. «Ora facciamo quanto possibile per garantire l’apertura così da poter continuare ad aiutare le realtà che supportavamo grazie al ricavato» dice, spiegando che ogni anno il charity è aperto da novembre fino ad aprile, visto che negli altri mesi i locali sono destinati al mercatino allestito dalla Casa famiglia San Pio X. Quel poco che era stato raccolto nei mesi precedenti l’esplosione della pandemia era bastato per pagare la retta del 2020 di un bambino adottato in Etiopia e per alcune realtà fragili della parrocchia, mentre non è stato possibile garantire un’offerta alle altre realtà in Africa e America latina che gli anni scorsi generalmente venivano aiutate. Nei primi giorni di apertura sono già molti i veneziani giunti a fare qualche acquisto, molto felici di vedere le porte del charity di nuovo aperte. Certo, ora non è più possibile fermarsi per fare quattro chiacchiere all’interno dell’ambiente, un rito di accoglienza che ormai era diventato caratteristico di “Usa e non getta”, ma il modo di accogliere gli altri non è cambiato: «Con le dovute accortezze riusciamo comunque a scambiare qualche parola».
Francesca Catalano