Sempre più indumenti e oggetti ricevuti e venduti nei mercati parrocchiali dell’usato a Venezia: segno di una maggiore sensibilità sociale e ambientale da parte di locali e turisti. Infatti in questi mercati, oltre alle persone che vivono situazioni difficili, si recano sempre più giovani e adulti che intendono ridurre inutili sprechi, opponendosi così alle logiche dell’attuale società consumistica.
A Venezia ci sono diversi mercati dell’usato gestiti dalle parrocchie, come per esempio quelli di San Martino e dei Santi Apostoli. Entrambe le parrocchie ricevono oggetti e indumenti da privati o da negozi e li presentano nel proprio mercato, accettando offerte dagli acquirenti ma anche regalando ciò che può servire in casi di indigenza. I proventi vengono utilizzati per le spese della parrocchia o per opere di beneficenza: la chiesa dei Santi Apostoli ha potuto aiutare le famiglie di parrocchiani in difficoltà e regolarmente dispone offerte per opere caritatevoli come quella di S. Vincenzo de’ Paoli. Mentre la parrocchia di San Martino recentemente ha raccolto molti indumenti per i bambini ucraini e ogni settimana porta dei vestiti in beneficenza a un centro di Treviso.
Il mercato di San Martino è attivo da ben 30 anni e da 12 anni è gestito dalla signora Roxana, che lo tiene aperto dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19: «Tutti i giorni riceviamo qualcosa – racconta Roxana – perché ci sono molti che vogliono liberare la casa. A parte oggetti ingombranti, raccogliamo tutto e poi selezioniamo accuratamente». Il mercato della parrocchia dei Santi Apostoli, invece, è aperto da 20 anni. È stato avviato dall’allora parroco don Luigi Battaggia e continua oggi sotto la direzione di don Raffaele Muresu. Roberto, il sacrestano, organizza i turni di una squadra di 8 signore che tengono aperto il mercato senza orari prefissati, in base alla propria disponibilità. «Riceviamo oggetti da chi trasloca, da studenti, dalle case dei defunti, ma anche dalle donazioni del sovrappiù di alcuni negozi come nel caso della signora Semenzato», spiega Roberto.
Tra i clienti dei mercati dell’usato ci sono anche molte giovani turiste che a San Martino arrivano soprattutto nel periodo estivo o della Biennale: «Vengono qui e si provano i capi, si divertono e a volte cercano l’affare su oggetti o vestiti vintage», racconta la signora Roxana. «È bello vedere come la gente si comporta e cercare di accontentare il più possibile le richieste che ci vengono fatte – osserva Maria Zecchin, che da alcuni mesi aiuta Roxana nella gestione del mercato – a volte passano addirittura collezionisti di bambole, chiavi o altri oggetti». Anche Roberto riscontra una clientela variegata e nota: «La voce si è sparsa anche tra turisti e studenti, ma ci sono molti clienti abituali, con i quali si stringe amicizia. È importante l’aspetto sociale di questi mercati».
Maria Zecchin evidenzia l’importanza di raccogliere ciò che può ancora servire: «Si vede che viviamo in una società dei consumi, come ci si può stufare di ciò che si ha? – domanda -. Abbiamo talmente tanti vestiti che a volte siamo costretti a buttarli via anche noi. Evitiamo il più possibile questa soluzione, portando qualcosa in ospedali, case di riposo o altri mercati, ma a volte vorrei avere una macchina per riciclare…».
Camilla Pustetto