Negli ultimi anni la presenza del fratino agli Alberoni si è dimezzata. Colpa dell’eccessiva frequentazione da parte dei visitatori. Lo riferisce Paolo Perlasca, responsabile Oasi Wwf Alberoni, alla vigilia dell’incontro intitolato “Il fratino e le spiagge dei litorali veneziani. Biodiversità, turismo e Bandiera blu”, che si terrà venerdì 15 dicembre alle ore 17 nella Sala della municipalità del Lido-Pellestrina: «Sarà un convegno importante, che abbiamo pensato per creare una sinergia con gli stabilimenti balneari e gli operatori turistici interessati alla protezione di una specie in pericolo, il fratino, appunto», spiega Perlasca, ricordando che in Italia «il fratino è classificato allo stesso rischio di estinzione della tigre». Quest’anno, sull’intera spiaggia degli Alberoni sono state contate circa 7 coppie stabili di fratino, questo piccolo uccello che nidifica sulla spiaggia: «Un numero che si avvicina al 10% della popolazione nidificante attuale in provincia di Venezia, con una stima di circa il 5% dell’intera popolazione per il Veneto. Tuttavia negli ultimi anni la presenza del fratino si è ridotta del 50%: basti pensare che fino a 30 anni fa avevamo 30 coppie agli Alberoni. Questo è dovuto al fatto che l’Oasi è molto conosciuta e frequentata eccessivamente, spesso da un’utenza non sempre rispettosa della segnaletica e delle transenne che segnalano le zone di nidificazione. E per schiacciare le sue minuscole uova basta un niente».
Un’oasi preziosa, ma sottovalutata. È un habitat preziosismo, quello dell’Oasi degli Alberoni, cosa che spesso i veneziani stessi tendono a dimenticare. «L’Oasi – prosegue Perlasca – racchiude uno dei sistemi di dune sabbiose più importanti del litorale Veneto e della costa Alto-Adriatica, tra i meglio conservati e più sviluppati sia come estensione sia in altezza. Secondo i dati del Cnr lungo il litorale del Mare Adriatico di 1230 km di dune sabbiose, esistenti all’inizio del ‘900, oggi ne sopravvivono integri circa 120 km. Meno del 10%. Un litorale di spiagge e dune naturali di solo 2,5 km, che rappresentano quasi il 2% di quello che è rimasto sulle coste della parte orientale della penisola italiana. In circa 160 ettari sono racchiusi un sistema di dune esteso per circa 15 ettari, con una vegetazione unica, una pineta di circa 30 ettari, almeno 10 tipologie di habitat litoraneo e 3 di habitat lagunare. L’area è frequentata normalmente da circa 124 specie di uccelli (senza contare gli avvistamenti occasionali durante le migrazioni), 10 sono le specie di mammiferi, 8 quelle di rettili, 4 di anfibi, e sono presenti alcuni rari insetti endemici del litorale veneto a rischio di estinzione».
Il miglior ristorante per tartarughe… «Tra gli anfibi va segnalata la presenza delle tartarughe marine nel mare antistante l’Oasi, in particolare la tartaruga marina comune, Caretta caretta, che trova nell’Alto Adriatico una delle zone di alimentazione più importanti di tutto il Mediterraneo. L’Oasi Wwf Dune degli Alberoni svolge nell’ambito di un Programma Wwf Italia autorizzato dal Ministero dell’Ambiente – e grazie a una rete di volontari sul territorio regionale – un servizio di Pronto Intervento Tartarughe Marine per il salvataggio e la cura degli esemplari sul Litorale Veneto e nelle lagune, a partire dal Po di Goro fino alla Foce del Tagliamento». Per preservare questo immenso patrimonio, l’Oasi organizza attività di educazione ambientale, con un migliaio di ragazzi ogni anno, e di informazione: «Annualmente organizziamo dai 20 ai 40 eventi o visite guidate. Da inizio maggio fino a metà settembre per circa 4 giorni a settimana viene tenuto aperto l’Infopoint dell’Oasi agli Alberoni, che fornisce informazioni sull’ambiente a circa 1200-1500 persone che transitano presso il Punto Informativo ogni anno. In questo modo riusciamo a spiegare ai visitatori che è imprescindibile avere corrette modalità di comportamento nell’oasi».
Valentina Pinton