Tante immagini colorate, che per protagonisti hanno due animali simbolo della città d’acqua: il colombo e il gabbiano.
A sceglierli per il suo fumetto è stato Alvise Nicolò Vanzo, giovane mestrino classe 1994, con l’obiettivo di far conoscere la storia della Scala Contarini del Bovolo anche ai bambini, attraverso una modalità diversa rispetto al solito. «Alvise è un ragazzo con sindrome di tipo autistico, che ha dimostrato una grande creatività sia nell’ambito della scrittura che della grafica. “Colombino Lino e i gioielli nascosti di Venezia” (questo il titolo della pubblicazione, ndr) rientra in un progetto voluto da Ipav in collaborazione con Fondazione Venezia – Servizi alla Persona, l’ente operativo che ha avviato questo tipo di progettualità anche grazie al Sil (Servizio di Integrazione lavorativa)», ha spiegato qualche giorno fa la direttrice della Fondazione, Jessica Morosini, in occasione della presentazione. Un appuntamento a cui erano presenti anche gli assessori alla Coesione Sociale Simone Venturini e alle Politiche educative, Laura Besio, che hanno espresso soddisfazione per il lavoro messo in campo.
«Abbiamo attivato uno stage, il primo, presso la sede della Fondazione Venezia, dove Alvise veniva tutte le mattine dedicandosi alla realizzazione di questo fumetto, in cui vengono ripercorse la storia e la leggenda legate alla Scala del Bovolo», ha spiegato la direttrice, sottolineando come al giovane siano state fornite alcune nozioni di base per poter svolgere al meglio la propria attività, cominciata nel novembre 2021 e costretta anche a qualche interruzione a causa della pandemia. «Lo abbiamo seguito nell’apprendimento, dopodiché lui ha ideato i personaggi: per quanto riguarda la parte grafica ha fatto tutto da solo. I disegni di Alvise sono fatti a mano e per riprodurre la Scala e l’architettura della città nelle vignette si è aiutato attraverso l’utilizzo di alcune fotografie. Tutto di sua iniziativa, anche storia e testi». Un fumetto divertente e scorrevole nella lettura, che Luigi Polesel – presidente Ipav – ha auspicato di portare presto anche nelle scuole del territorio.
«Se per noi l’obiettivo è quello di far conoscere la Scala del Bovolo ai più – ha proseguito Morosini, precisando come il monumento sia di proprietà di Ipav, ma in gestione alla Fondazione – per Alvise, quella dello stage è stata invece un’esperienza nel segno dell’inclusione e della socialità. Ha dimostrato di essere particolarmente bravo nel riconoscere il proprio ruolo nell’ambito lavorativo, che gli ha permesso di sperimentarsi e di relazionarsi con gli altri». È stato lo stesso Vanzo, poi, a spiegare il perché della sua idea grafica: «Piccioni e gabbiani sono molto diffusi a Venezia, dunque facilmente riconoscibili dai bambini. Per questo li ho scelti. Per i testi? Ho utilizzato l’espediente dei balloon dei fumetti tradizionali». La storia di “Colombino Lino e i gioielli nascosti di Venezia” narra le vicende di due colombi – un nonno e un nipote – che, grazie alle conoscenze del gabbiano Todaro, l’anziano della città, hanno la possibilità di approfondire la storia di un luogo veneziano particolarmente suggestivo e ricco di fascino. «Alvise ha lavorato a lungo a questa pubblicazione – le parole di Polesel – che andrà a valorizzare questo posto».
Marta Gasparon