Quella in corso nel mar Adriatico settentrionale è un’estate piena di video di razze, quei pesci cartilaginei dell’ordine Rajiformes di cui fanno parte circa 600 specie diverse, che si avvicinano molto alla costa e ai bagnanti.
Come vanno interpretate queste segnalazioni? Risponde la biologa marina dell’Università di Padova, Licia Finotto: «Le razze ci sono sempre state nel Mediterraneo; a Chioggia è da una decina di anni che si hanno segnalazioni di questi animali vicino a riva. Quello che è cambiato probabilmente è l’uso dello smartphone: ci sono molte più persone che lo usano e fanno video».
Finotto, la popolazione di razze non è quindi aumentata di molto in questi ultimi anni?
«Sono aumentate solo attorno al 5%. Rispetto al primo dopoguerra abbiamo ancora numeri molto bassi. Nei primi anni ’50, nell’Alto Adriatico, erano presenti più del doppio di razze rispetto ad oggi».
Le razze sono dei pesci cartilaginei come gli squali e sono imparentate con loro. Che squali nuotano nelle coste venete?
«Non sono presenti grandi predatori nell’Alto Adriatico, si parla per lo più di Verdesche e dello Squalo Volpe; entrambi si cibano di pesce azzurro. Rarissimo è lo Squalo Grigio, che si nutre di pesci più grandi e viene a partorire nei pressi delle acque di Marina di Ravenna. Presente anche il Palumbo, conosciuto come Cagnoleto, un tipo di squalo innocuo che ha la dentatura fusa in una specie di placca, adatta a rompere i crostacei di cui si nutre».
Che cosa fare se al mare incontriamo uno squalo o una razza?
«Il comportamento corretto è allontanarsi in modo tranquillo. Se è presente, avvisare il bagnino della presenza dell’animale in modo che possa avvertire gli altri bagnanti senza generare inutile panico e dare lo spazio necessario perché l’animale si possa allontanare da solo. Le razze sono animali mansueti che vanno lasciati allontanarsi in tranquillità, se incontrati in acque basse, poiché hanno un aculeo velenoso alla fine della coda ed è fortemente sconsigliato toccarle».
In rete si è parlato molto anche dei comportamenti da mettere in campo se si ritrovano uova di squali o razze. Cosa fare?
«Sono chiamati borsellini delle sirene e sono molto utili per capire che specie vivono nelle vicinanze, ma in Alto Adriatico è molto difficile trovarne. A riva li possiamo trovare se portati dalle mareggiate. Si può guardare in controluce e vedere se c’è l’embrione dentro: in questo caso si può rimettere in acqua l’uovo in una zona riparata per dare una possibilità di schiusa».
Qual è l’importanza di questi animali per il nostro mare? Perché è importante tutelarli?
«La maggior parte degli squali e delle razze sono predatori a livelli alti della rete trofica, quindi mantengono in equilibrio tutto l’ecosistema. Un ecosistema sano permette di sfruttare in modo sostenibile l’ambiente con la pesca; inoltre un ecosistema in salute porta anche ad un mare più bello. In vari ecosistemi dove sono spariti gli squali, c’è stato un conseguente crollo della pesca. Questi animali sono dei grandi regolatori».
Maria Giovanna Romanelli