Sarà il più grande evento sulle ultra-distanze a livello europeo, con oltre 550 partecipanti, quattro linee di gara tra staffette e gare competitive, centinaia di chilometri da correre in sei, dodici e ventiquattro ore filate, in un circuito unico e circolare che misura appena 1382 metri. Una folle corsa che è una sfida con se stessi ma non solo: «E’ anche un’occasione aperta a tutti, le grandi distanze non devono spaventare, l’Ultramarathon non è fatta per i super atleti ma per tutti, con le staffette il messaggio è questo, collaborando e unendosi in gruppo si riescono a fare grandi cose». Ne è convinto Andrea Zambon, che insieme ad un gruppo di appassionati mestrini è l’organizzatore dell’Ultramarathon Festival Venice, l’incredibile competizione che si terrà sabato 13 e domenica 14 aprile al Parco San Giuliano di Mestre, in una edizione che dopo il successo dello scorso anno si annuncia già partecipatissima.
Una gara di mente molto più che di gambe. Tra i partecipanti tanti veneziani e italiani ma provenienti anche da Polonia, Lituania, Argentina, Romania, Spagna, Turchia, Israele, Francia, Tunisia, e tutti allo start per una gara ai limiti. Alle ore 10 del mattino di sabato 13 aprile San Giuliano vedrà la partenza della 6 ore singoli e staffetta e anche della 24 ore, anch’essa per atleti e staffette. Alle ore 22 sempre di sabato avverrà lo start anche della 12 ore. Entrambe le lunghezze più estreme termineranno alle 10 di domenica con festa e “terzo tempo” a San Giuliano, con i ristori e i servizi offerti dall’organizzazione, ma anche la condivisione spontanea di specialità culinarie locali che ogni partecipante è invitato a garantire per la riuscita della festa.
Una gara che ha però anche la sua valenza sportiva: Ultramarathon Festival Venice è stata designata infatti per ospitare i Campionato Italiano Iuta Italian Ultramarathon and Trail Association e il Campionato Italiano Iuta 50 miglia. E un’ulteriore importante scopo, il ricordo dell’atleta veneziana e appassionata di corsa Elisa Suman, scomparsa prematuramente, a cui anche quest’anno l’intera gara è dedicata. «Lo facciamo per lei, per ricordarla, e per passione. Siamo tutti volontari» conferma Andrea Zambon. E per dare la possibilità a tanti atleti di mettersi alla prova. «La sei ore è accessibile in fondo a chiunque faccia già una maratona. C’è chi vuole ottenere il risultato e correre ottenendo il miglior tempo possibile, ma c’è anche chi vuole cimentarsi per raggiungere semplicemente un obiettivo personale. E poi c’è la 24 ore – spiega Andrea – che è un’esperienza mistica, è qualcosa che può avere tanti significati. In così tante ore si possono correre anche 240 o 280 chilometri, ma è possibile anche viverla in modo diverso, riposando, godendosi i ristori, le ore notturne. L’obiettivo di questo tipo di competizioni è portare a termine la gara e rimanere in circuito. Sulle ultra distanze, ognuno porta in campo la sua personale motivazione».
Tra gli obiettivi futuri, inoltre, c’è la proposta di mantenere i fatidici 1382 metri del circuito di San Giuliano segnalati ogni giorno dell’anno, indicando i giri necessari per affrontare le lunghezze di maratone ed ultramaratone. Un altro punto a favore del parco cittadino, che resta a disposizione di tutti.
Maria Paola Scaramuzza