Da capannone a tempio della ginnastica femminile. Sono 600 metri quadri di palestra quelli inaugurati pochi giorni fa in via Ca’ Marcello a Mestre. È nato, infatti, il secondo punto di riferimento mestrino della disciplina, con qualcosa in più: perché qui si farà anche ginnastica di inclusione e attività sociale.
<Un polo culturale sportivo della ginnastica> definisce il nuovo “Labvce” la sua ideatrice, Tania Festari. Lei, docente alla primaria, ne diventerà il direttore tecnico, dopo un trentennio dedicato agli allenamenti delle sue ragazze. Maestra di matematica al mattino e allenatrice al pomeriggio. Ora anche responsabile di una palestra.
<C’era la voglia di creare un’altra realtà a Mestre dedicata a questa disciplina – spiega la 47enne giudice nazionale della federazione ginnastica – e grazie ad alcuni genitori delle ginnaste io ed alcune allenatrici ci siamo attivate e abbiamo investito su questo progetto. Abbiamo optato per un posto nuovo e grande perché lo spazio nella ginnastica artistica è fondamentale, non la si può fare allo stesso modo nelle palestre di scuola o comunali>.
Tre le giovani coach e tre le ginnastiche codificate: artistica, ritmica e aerobica da gara. Più la ginnastica tradizionale per tutti, anche per anziani, bimbi e disabili. In una palestra attrezzata soprattutto per la ginnastica femminile. <Strade suggerite dalle competenze che ho acquisito a scuola, che mi hanno indirizzato verso una lettura più sociale dello sport, strumento di inclusione che va oltre l’agonismo>.
Tutto è nato per caso, spiega lei: <Conoscevo il padrone del capannone e l’ho contattato. E a lui è piaciuta parecchio la nostra idea, soprattutto l’attenzione del progetto ai minori e al mondo della disabilità. Ci ha creduto davvero>. Così è partita la richiesta dei permessi, la ricerca degli sponsor e le modifiche per renderla palestra a tutti gli effetti.
Quattro anni di fatiche per Tania e il suo team. Labvce il nome, Marco Polo ginnastica la sigla con la quale iscriveranno e federeranno le ragazze per le gare. <Ma vorremmo una fusione tra più realtà associative. Speriamo che alcune associazioni chiedano di poter lavorare in questo spazio e che questo diventi un progetto unico per condividere esperienze e fare cultura>.
Tania è ginnasta dall’età di 5 anni. È entrata in palestra e non ci è più uscita. Dai 5 ai 14 anni come ginnasta, poi apprendista istruttrice, poi allenatrice. Fino a portare le sue ragazze in serie A. Ma da qualche tempo aveva accantonato travi, parallele e corpo libero perché, dove insegnava, <non trovavo spazio per innovazione, trasversalità, progettualità nuova. Quello che invece cercheremo di fare qui. Faremo ciò che sappiamo fare meglio. La nostra sarà una palestra principalmente femminile, con attrezzature adatte a loro>.
È quasi tutto pronto per domenica, per una palestra che, a regime, potrebbe contare 350 iscritti di cui 250 bambine. <Numeri con i quali – sorride Tania – dovremmo riuscire a “tenere in piedi la baracca”. Ma senza il contributo pratico di tutti coloro che hanno creduto in questo progetto non saremmo riusciti a metterla in piedi. Abbiamo cercato di limare le spese non avendo così tanta liquidità a disposizione. Ogni socio ha messo del suo. C’è anche chi è venuto a pitturare… addirittura mio marito ci ha aiutato con dei lavoretti. E poi ci sono gli sponsor>.
Un rischio d’impresa non da poco, considerate le attività attorno che continuano a chiudere. Paura di fare la stessa fine? <No. La nostra è in un posto strategico, raggiungibile in pochi minuti dai principali centri della terraferma. E poi nel mondo della ginnastica c’è ancora una grande aspettativa. È ancora sognata dalle giovanissime. La richiesta c’è, non è mai passata di moda. Di palestre di ginnastica artistica a Preganziol, Casier, Treviso, Padova, ad esempio, non ce ne sono che chiudono, vanno tutte molto bene>.
Giulia Busetto