Lui non sa ancora se parteciperà. Un piccolo fastidio al ginocchio lo tiene in forse. Diversi altri “colleghi”, però, sì. Alla Venicemarathon vogliono esserci, e non come spettatori. Don Marco Carletto, 52 anni, guida due parrocchie a Villorba di Treviso. Conosce da un po’ di tempo l’Athletica Vaticana, la società sportiva “del Papa”, che dal 1° gennaio di quest’anno è affiliata alla Federazione italiana di atletica leggera e può pertanto prendere parte a tutte le manifestazioni podistiche in Italia e all’estero. Ne fanno parte dipendenti della Santa Sede (guardie svizzere, gendarmi, operai, giornalisti…), preti e religiosi, tutti con la passione per la corsa. Li chiamano anche i “runner del Papa”. Da loro è nata l’idea di dare una sottolineatura religiosa: una messa o almeno una benedizione prima di una gara importante. L’iniziativa della “messa del maratoneta”, spiega don Marco, è già stata collaudata in varie parti del mondo, a partire da New York. E sarà replicata anche in occasione delle maratone di Valencia, Firenze, Vienna e Roma. Ora si terrà per la prima volta anche a Venezia. Precisamente sabato, alle 17.30, alla vigilia della Venicemarathon appunto. La chiesa è quella di San Zulian, in pieno centro storico. «Le preghiere dei fedeli le prepara sempre l’Athletica Vaticana con uno sguardo attento all’evento locale specifico. Verranno ricordati in particolare quei corridori fedelissimi che non ci sono più».
Essere cristiani nello sport. Quali i momenti salienti di questa celebrazione? «Vi parteciperanno, oltre agli atleti, anche familiari, volontari e collaboratori della Venicemarathon. Presiederà l’eucaristia don Roberto Donadoni, che leggerà un messaggio del Patriarca indirizzato ai maratoneti. Alla fine ci sarà la benedizione dei partecipanti e verrà recitata la “preghiera del maratoneta”. Si tratta di un momento che esprime nello sport il nostro essere cristiani». Quanti fedeli verranno effettivamente a questa Messa, non si sa. «È un po’ una scommessa, perché è la prima volta qui a Venezia. Per questa iniziativa ho messo in contatto gli organizzatori con la società sportiva vaticana. Si sono dimostrati disponibili e interessati», riferisce don Marco. E se la sua partecipazione alla corsa è in dubbio, per un fastidio muscolare, tanti altri sacerdoti saranno al via domenica mattina. Altri, invece, parteciperanno solo alla messa: «Alcuni miei confratelli che inizialmente pensavano di partecipare alla maratona non ci saranno perché non hanno potuto allenarsi durante l’estate. Però forse saranno presenti all’eucaristia. Tra gli assidui partecipanti alle maratone c’è anche don Marco Pozza, responsabile della pastorale carceraria di Padova: fa ottimi tempi di solito». Infine l’attenzione della Chiesa per lo sport… «C’è una domanda sotto. Molte squadre sportive, non solo di calcio, hanno un assistente ecclesiastico. A me personalmente, quando c’è una festa dello sport legata all’atletica, chiedono spesso di benedire la manifestazione. C’è indubbiamente una certa sensibilità e un bisogno di esperienze pulite per le nuove generazioni. Poi, certamente, un ruolo importante ce l’ha il Centro Sportivo Italiano, che si impegna a educare alla pratica sportiva secondo i valori cristiani». Ma anche una maratona può valere una testimonianza.
Giovanni Carnio