Né canti stile Festival, solo perché oggi gira così; né canti antichi solo perché sono antichi o perché gli iper-specialisti li apprezzano. L’obiettivo è che l’assemblea canti, che sia attiva e non ascoltatrice passiva.
È per queste ragioni e con questi obiettivi che in Diocesi nasce la Scuola di musica sacra per la liturgia. È un’indicazione del Patriarca Francesco che viene così raccolta e che trova particolare sensibilità in don Luca Biancafior, parroco di Murano, che dirigerà la Scuola.
Dopo l’estate le iscrizioni, a novembre le prime lezioni, fra tre anni i primi diplomati. «È apprezzabile – afferma don Biancafior – chi per inclinazione, disponibilità e con un minimo di preparazione si mette a suonare o cantare in chiesa. Ma occorre che queste persone si formino, così da poter offrire un servizio ottimale alla liturgia e all’assemblea».
Anche perché è sempre opportuno costruire delle buone basi di conoscenza e di consapevolezza su che cos’è la liturgia e su come in essa il canto e la musica non siano un complemento marginale e tantomeno un abbellimento superfluo.
Oggi, rileva don Luca Biancafior, ci sono situazioni molto diversificate, a volte con esiti che lasciano perplessi: «Perché è certamente musica sacra una Messa di Monteverdi, ma certamente non è liturgica: l’assemblea non può far altro che ascoltarla. Ma non è adatto ad una Messa un canto in cui ritmo e parole siano banali e strizzino solo l’occhio alle mode di oggi. Quel che è certo che alcune parti della liturgia eucaristica, come le acclamazioni – tra queste, per esempio, il Santo – vanno cantate dall’assemblea. All’offertorio, invece, ci può essere musica o canto solo da ascoltare». Ma se non si conoscono le regole di base della liturgia e neppure il fatto che non c’è solo un ministero del lettore o dell’accolito, ma anche quello del cantore e dell’organista, si rischia di fare un servizio modesto o alla liturgia. O addirittura di servirsene.
E se non si ha almeno un’infarinatura dei documenti che la Chiesa ha redatto in quest’ambito, si rimane un po’ galleggianti, in balìa di sensibilità superficiali.
Perciò nasce la scuola, aperta a tutti coloro si prestano per il servizio del canto e della musica nella liturgia. Sarà una “costola” della Scuola diocesana di teologia San Marco Evangelista e offrirà un certo numero di insegnamenti, dal corso di organo base a quello per diplomati, dalla musicologia liturgica al canto corale…
La sede delle lezioni sarà Venezia, nei locali del santuario dei Ss. Geremia e Lucia. Con ogni probabilità le lezioni verranno concentrate in una sola giornata alla settimana. Fra gli obiettivi anche la creazione di un coro di voci bianche, «che possa essere a servizio della Diocesi in alcune celebrazioni durante l’anno», sottolinea don Luca. Secondo cui «con cori e realtà già esistenti, che già offrono un servizio nelle liturgia della nostra Chiesa, si vuole tessere un rapporto nuovo. Il desiderio è che la Scuola possa essere di sostegno a ciò che già esiste, in un cammino condiviso di crescita».
In questi mesi, intanto, don Biancafior è disponibile a recarsi nei vicariati, in particolare negli incontri dei consigli presbiterali, per spiegare ragioni e modalità della Scuola che sta per pendere il via.
Giorgio Malavasi