«Questo l’ho pensato io. Ne sono convinto e so dirne le ragioni». È quello che possono dire di sé una ventina di ragazzi di quarta e quinta superiore delle parrocchie di San Nicolò e di San Marco Evangelista, a Mira.
Hanno la fortuna e il privilegio – perché tale è – di far parte di un gruppo parrocchiale in cui si mixano tre “ingredienti”: Vangelo di Gesù Cristo, amicizia e libertà. Non è poco. In altri contesti, più “laici”, si farebbero carte false per raggiungere un simile risultato. Cioè tanta umanità.
Quest’anno il gruppo ha anche una marcia in più, metodologica: «I ragazzi hanno avuto la possibilità, durante un campo l’estate scorsa, di conoscere padre Maurizio Botta. È stato un incontro entusiasmante. Perciò, insieme, abbiamo deciso di leggere un suo libro, dal titolo “Sceglierà lui da grande. La fede nuoce gravemente alla salute”. Ma a presentare i contenuti, un capitolo per volta, sono loro, i ragazzi». A parlare è Marco Faggian, 28 anni, animatore del gruppo insieme a due studentesse universitarie, di 24 e 25 anni.
Così, dallo scorso settembre, ad ogni incontro, a turno, c’è chi legge il testo, lo presenta agli altri e permette in questo modo di avviare il dialogo: «È cosa diversa – riprende Marco Faggian – rispetto al metodo tradizionale, in cui un adulto parla e solo alla fine raccoglie le posizioni di chi è presente. Qui, a volte, capita che noi animatori stiamo in silenzio, non c’è bisogno che interveniamo. Il che permette ai ragazzi di dire la propria, di riflettere, di ragionare in proprio, di non essere guidati per mano…».
Insomma, consente di maturare. «Probabilmente – ritiene Marco – con ragazzi di età più giovane questo metodo è difficilmente applicabile. Ma con il gruppo di quarta e quinta lo è».
Nel volumetto di padre Botta sono raccolte le trascrizioni di cinque catechesi, tenute tra il 2008 e il 2013.
41enne di Biella, di famiglia benestante, poco dopo la laurea alla Bocconi Botta ha rinunciato a una vita di agi, benessere e famiglia (ha avuto «una storia importante, durata quattro anni, con una ragazza, oltre alle “stupidate” che fanno tutti», ha raccontato in un’intervista). E a tutto ciò ha anteposto quello che lui ha definito “il meglio”: Gesù Cristo.
Padre Maurizio, con una notevole capacità di essere evangelicamente “nel mondo ma non del mondo”, sa armonizzare, spesso con sapiente ironia, un linguaggio vivace, accessibile e moderno, con la bimillenaria saggezza della Chiesa. E i titoli dei cinque capitoli del libro parlano da soli. Eccoli: “Molti dicono: Io credo in Dio. Io non credo nella Chiesa!”; “Sceglierà lui da grande!” Battesimo: nuoce gravemente alla salute?; “Che preghi a fare? Rimboccati le maniche! Preghiera: superstizione, illusione, perdita di tempo…?; “Libera nos a malo! Liberaci dal Malvagio… Superstizione? Medioevo? Realtà?; “Tanta gente è convinta che ci sia nell’aldilà, qualche cosa, chissà… La scommessa cristiana sulla morte: un’illusione?”.
Temi forti, detti in modo avvincente. Ma più vivi e capaci di legare fede e vita se sono i giovani stessi a parlarne. Lo sottolinea Sofia Mizzan, una delle ragazze del gruppo: «I contenuti li affrontiamo secondo le modalità che ci stanno più a cuore. È un metodo che a me piace perché così si riesce a parlare liberamente, senza aver paura di essere giudicati se dici qualcosa di diverso o di personale». Non è poco, appunto…
Giorgio Malavasi