«Vogliamo tenere accesa la luce sulle popolazioni colpite dal terremoto dell’agosto scorso, ridonare speranza ad un popolo che non si è arreso e fare, nel nostro piccolo, gesti di vera solidarietà».
È questo in sintesi il pensiero che il Noviziato Agesci Mira 1 e 2 ha voluto condividere con i presenti martedì 13 sera, nell’auditorium della biblioteca di Oriago, con l’iniziativa “TERREinMOTO”; una serata preparata nei minimi dettagli, con video, foto, testimonianze raccolte nei territori colpiti dal sisma del 24 agosto e del 30 ottobre 2016.
La serata è stato il coronamento di un percorso iniziato nei primi giorni di gennaio, quando gli scout miresi hanno disceso l’Italia, raggiungendo i territori di Pescara del Tronto (AP), Castelli (TE), Alba Adriatica (TE), raccogliendo le storie, le lacrime, ma anche le speranze di tante persone sfollate, temporaneamente alloggiate negli hotel della costa in una situazione che, ad oggi, non è molto cambiata.
E’ forte, infatti, il disagio che queste persone, in maggioranza anziani, stanno vivendo ormai da mesi, denunciando una sempre più scarsa attenzione delle istituzioni nazionali, sottolineando tuttavia la continua gara di solidarietà che da tutto il territorio italiano converge sui territori colpiti, fatta di azioni volontarie gratuite di privati e piccole associazioni.
All’evento hanno collaborato il Gruppo Volontari di Protezione Civile del Comune di Mira, coordinati da Franco Favaro, e la pattuglia di Protezione Civile Agesci Zona di Mestre, rappresentati dagli incaricati Laura Abbate e Filippo Seminerio. Una occasione per sottolineare l’importanza di “fare rete” sul territorio e unire le forze davanti ad eventi nei quali è importante rispondere con celerità e precisione nell’immediata emergenza, ma che richiede una cura delle relazioni umane anche nei mesi successivi all’evento. Sentita la partecipazione del pubblico, quasi un centinaio di persone, che hanno dimostrato attenzione al tema e hanno applaudito l’iniziativa dei giovani.
La serata si è conclusa con un forte monito lanciato dai ragazzi: «Cosa possiamo fare noi, qui, oggi?», senza cercare soluzioni definitive, ma tendendo una mano ad una popolazione che chiede di non essere dimenticata, i ragazzi hanno proposto di tornare a far vivere quei territori a partire dal turismo, dall’economia locale, dal gemellaggio di associazioni e, perché no…? di Comuni.